E’ stato un fine settimana di manifestazioni di segno politico in Mali. Sabato sono scesi in piazza i partiti, domenica i leader delle formazioni giovanili e della società civile. A spingere i manifestanti la possibilità ventilata dall’attuale governo di un possibile scioglimento delle formazioni politiche e la proposta di concedere un mandato presidenziale di cinque anni al capo della giunta militare al potere, il generale Assimi Goita. Secondo varie fonti di stampa, le dimostrazioni si sono svolte senza grossi problemi – erano state autorizzate – benché siano stati registrati tentativi di ostacolarne la tenuta.
Nei giorni scorsi, è stato presentato un disegno di legge che se approvato abrogherebbe la Carta dei partiti politici del 2005 e lo Status dell’opposizione del 2015, due strumenti legislativi che hanno garantito in passato il multipartitismo in Mali. Il disegno di legge prevede una verifica dei finanziamenti pubblici e la revisione delle condizioni per la creazione di nuove formazioni. E propone anche l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e la fine dello status di leader dell’opposizione. Cambiamenti che segnano una rottura con gli accordi in vigore dopo il ritorno alla politica multipartitica nei primi anni ‘90.
Questo testo, presentato come misura di razionalizzazione dello spazio politico, fa seguito a una consultazione nazionale organizzata dal governo nella capitale Bamako, che ha raccomandato lo scioglimento dei partiti politici e l’emanazione di leggi più severe sulla formazione di nuovi partiti politici. Secondo quanto riportato nei verbali dei colloqui, a cui hanno partecipato i sostenitori del governo ma sono stati boicottati dalla maggior parte dei partiti politici, tra le raccomandazioni emerse dalle consultazioni figura anche la possibilità di affidare al presidente della transizione, il generale Goita, un mandato presidenziale rinnovabile di cinque anni, come avviene per i leader degli altri Paesi membri della Confederazione degli Stati del Sahel (Aes).
Non è ancora stata annunciata alcuna data per l’adozione definitiva del disegno di legge da parte degli organi legislativi transitori.
Dopo i due colpi di Stato che hanno portato al potere i militari nel 2020 e nel 2021, i partiti di opposizione hanno dovuto affrontare minacce e pressioni in nome dell’unità nella lotta al terrorismo. Tuttavia, nelle ultime settimane, circa 100 partiti politici si sono uniti in un’alleanza per contrastare i piani dell’esecutivo.