Kenya, Ruto rompe il silenzio sulle sparizioni forzate di attivisti: “Sono tutti tornati a casa”

di claudia
William Ruto

Era una notizia che la società keniana attendeva da quasi un anno: il presidente keniano, William Ruto, ha dichiarato che tutte le persone rapite o scomparse negli ultimi mesi in circostanze inspiegabili sono state riunite alle loro famiglie. Ha inoltre assicurato che durante la sua amministrazione non si verificheranno più rapimenti o sparizioni forzate.

Ruto lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa alla State House di Nairobi, capitale del Kenya, ma le sue parole non hanno dato sollievo alle famiglie e a tutte le persone che, nell’ultimo anno, sono scese in piazza per denunciare la corruzione della politica, le difficoltà economiche, le violenze della polizia e le sparizioni forzate degli attivisti. A quasi un anno dalla mobilitazione generale contro la legge finanziaria, che ha provocato quasi 60 morti e, ufficialmente, 80 dispersi (i numeri delle associazioni, che citano anche nomi e cognomi degli attivisti scomparsi, sono ben più alti), causati dalla repressione della polizia, i commenti di Ruto non sono stati accolti con favore.

Vocal Africa, organizzazione per i diritti umani del Kenya, in un comunicato ufficiale ha definito l’affermazione di Ruto “imprecisa e sprezzante nei confronti delle famiglie keniane che continuano a cercare i propri cari”. Nel comunicato, Vocal Africa cita nomi e cognomi delle persone mai tornate a casa, molte delle quali scomparse durante le prime proteste di maggio 2024: “Questi nomi sono solo una frazione di un sistema più ampio di repressione e impunità”, si legge nella nota dell’organizzazione.

Domenica, in occasione della festa della mamma, i genitori delle vittime della repressione della polizia hanno pubblicato una petizione, l’ennesima, per chiedere che venga fatta luce sulla sorte dei loro figli. Sul suo account X, Martha Karua, leader dell’opposizione che potrebbe correre contro Ruto alle prossime elezioni e che, per questo, ha creato una piattaforma politica che continua a raccogliere consensi e adesioni, ha scritto un post ricordando che è la prima volta che Ruto ammette l’esistenza dei rapimenti degli attivisti e che, comunque, “deve riconoscere anche le esecuzioni extragiudiziali e il ruolo delle forze di sicurezza in tutto questo”. Soltanto due settimane fa, il 1° maggio, durante la sua revisione periodica, il Kenya è stato stigmatizzato dalla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, che ha denunciato in particolare la violenza della polizia e la regressione delle libertà civili nel Paese.

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