di Giulia Beatrice Filpi
Venerdì 16 maggio inaugura a Padova, presso lo spazio d’arte Blacklight Gallery “Labirinto Macuti”, una mostra fotografica e sonora che racconta il quotidiano di Macuti, quartiere popolare della seconda città del Mozambico, tra precarietà, dignità e bellezza. Ideata dal fotografo Paolo Ghisu e realizzata nell’ambito del progetto di cooperazione Mudar, l’esposizione include 49 scatti, video, testi e un paesaggio sonoro per un’esperienza coinvolgente e sensoriale. La mostra sarà visitabile fino al 15 giugno.
Una mostra per conoscere le difficoltà, la bellezza, la vita quotidiana di un quartiere popolare di Beira, la seconda città del Mozambico, situata sulla costa dell’Oceano Indiano. E’ il senso, per l’ideatore Paolo Ghisu, di “Labirinto Macuti”, un’esposizione “da guardare e ascoltare”, che comprende 49 scatti realizzati nel quartiere di Macuti insieme a video, testi e paesaggi sonori, per un’esperienza inclusiva e immersiva.

“Ho iniziato a concepire il progetto nel 2021 – racconta Ghisu, fotografo – anche se la maggior parte degli scatti sono del 2024. Volevo raccontare, da un lato, come si vive in un posto estremamente precario, con delle aspettative di vita molto basse e dove gli eventi climatici possono distruggerti la casa in qualsiasi momento. In questo senso, nei miei scatti c’è tanta rabbia. Dall’altra parte, c’è tanto amore, c’è la cura di se stessi, della propria comunità e della propria famiglia, come forza che si oppone a questa precarietà”.
“Ogni singolo scatto per me è basato su un rapporto con la persona – aggiunge Ghisu, che ha vissuto a Macuti per diversi anni – sono immagini possibili grazie al tempo trascorso con i soggetti. Ogni volta creo una relazione con le persone. A volte è un’amicizia di anni, altre volte può bastare un’oretta, il tempo di condividere una bibita”.

Insieme alle persone e alla loro quotidianità, centrali nel lavoro fotografico, “Labirinto Macuti” racconta anche il contesto e le difficoltà infrastrutturali: le strade, i problemi legati alla mancanza di drenaggio delle acque, le difficoltà nella raccolta dei rifiuti, la congestione abitativa di un quartiere che sta assistendo a una costante crescita demografica.
Insieme alle foto, la mostra comprende un paesaggio sonoro di 13 minuti, realizzato da Emanuele Lapiana e fruibile attraverso delle cuffie noise-cancelling: un collage di suoni e rumori ambientali che permette, come scrivono gli autori presentando la mostra, di “viverla” seguendo il proprio ritmo, lasciandosi guidare dalle emozioni.

Il progetto artistico è realizzato nell’ambito di Mudar, un’iniziativa di cooperazione decentrata co-finanziata dall’Unione Europea, avviata nel 2022 con l’obiettivo di promuovere una serie di servizi e infrastrutture pubbliche e rafforzare la governance locale di Beira, con la provincia autonoma di Trento come capofila e in collaborazione con diversi partner italiani e mozambicani.
“Labirinto Macuti” sarà visitabile dal 16 maggio al 15 giugno a Padova, nell’ambito dell’International month of Photojournalism, dal mercoledì al sabato, nello spazio espositivo Blacklight Gallery.


Foto di Paolo Ghisu