Il figlio del defunto leader libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam, «è stato liberato lo scorso 12 aprile» usufruendo di un’amnistia generale che ha annullato la sua condanna a morte. A confermare la notizia diffusa da media libici, è il suo avvocato britannico citato da «The Guardian».
Il suo legale, Karim Khan, ha anche fatto sapere che presenterà una petizione alla corte penale internazionale (CPI) per far cadere un mandato di cattura inetrnazionale emesso contro il suo assistito al fine di permettere a Saif al Islam, che si troverebbe in Libia di viaggiare all’estero senza affrontare l’arresto.
Saif, di 44 anni, il più noto degli otto figli di Gheddafi, è stato condannato a morte da un tribunale di Tripoli lo scorso luglio. Khan ha detto che la sentenza era stata annullata dal nuovo governo di concordia nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite e ora Saif si trova in un luogo sicuro della Libia dopo essere stato liberato dagli arresti domiciliari a Zintan, città a sud-ovest della capitale Tripoli dove ha trascorso cinque anni.
«È stato rilasciato a Zintan. Il rilascio, mi hanno detto, è avvenuto il 12 aprile dopo un ordine da parte del governo centrale», ha detto Khan aggiungendo che il suo assistito ora «è in Libia, in buona salute, al sicuro e sta bene».
Il rilascio segna una svolta importante per un volto dell’ex regime accusato da molti in Libia di aver sostenuto suo padre durante la guerra civile di otto mesi nel 2011. E dopo l’uccisione del padre nell’agosto dello stesso anno, Saif è stato catturato nel deserto del Sahara mentre stava cercando di fuggire nel Niger.
«C’è stato un processo, ci fu una condanna a morte. Dopo di che c’è stato un condono – ha detto il suo legale -. Ho intenzione di depositare una domanda al Cpi sull’inammissibile ai sensi dell’articolo 20 dello Statuto concernente la doppia condanna». Per Khan infatti un imputato non può essere processato due volte per lo stesso reato.
(07/07/2016 Fonte: AskaNews)
Enrico Casale
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