Uno degli ultimi sospetti per il coinvolgimento nel genocidio ruandese del 1994 è stato arrestato nella Repubblica Democratica del Congo. Ladislas Ntaganzwa, 53 anni, è accusato di aver organizzato stupri di massa e aver massacrato migliaia di persone. Gli Stati Uniti hanno messo su di lui una taglia di 5 milioni di dollari per il suo arresto, definendolo «uno dei principali istigatori del genocidio». Ntaganzwa e i suoi avvocati non hanno commentato le accuse.
Ntaganzwa è uno dei nove sospetti ancora ricercati dalle Nazioni Unite per il loro presunto ruolo nel genocidio che ha ucciso circa 800mila persone. Gli altri sono ancora a piede libero. Il genocidio è stato organizzato dalle milizie della maggioranza hutu per eliminare i tutsi e gli hutu moderati. Il Procuratore del Tribunale penale internazionale per il Ruanda (Ictr), Hassan Bubacar Jallow, ha detto alla Bbc che Ntaganzwa era «un pesce grande». L’atto d’accusa Ictr descrive la sua partecipazione nel 1994 e l’uccisione di più di 20mila tutsi tra il 14 e il 18 aprile. E sostiene che l’accusato avrebbe «partecipato alla pianificazione, alla preparazione e all’esecuzione della strage». Secondo l’accura, l’accusato avrebbe convinto un gruppo di civili hutu a circondare la parrocchia di Cyahinda, nel sud del Rwanda e disse loro di uccidere i tutsi all’interno dell’edificio.
(10/12/2015 Fonte: Bbc)
Enrico Casale
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