La Tunisia si muove per aiutarci. Sabato scorso Tunisi ha inviato infatti in Lombardia, epicentro italiano della pandemia, una squadra di sette medici e infermieri assegnata al nuovo ospedale allestito negli spazi della Fiera di Milano.
La decisione segue una conversazione telefonica tra il presidente tunisino, Kaïs Saïed, e il suo omologo italiano, Sergio Mattarella, una ventina di giorni fa. Saïed si era impegnato, in quell’occasione, ad aiutare il dirimpettaio in difficoltà. La decisione è stata presa anche in segno di gratitudine per il prestito di circa 50 milioni di euro concesso da Roma alla Tunisia per sostenere le imprese nell’emergenza Covid.
I medici e gli infermieri atterrati alla Malpensa sabato sono specializzati in sicurezza biologica, anestesia e rianimazione, e si fermeranno per due settimane. Domenica 12 aprile, la stampa locale ha dato molto spazio alla notizia, salutandola con favore e come una prova del rapporto di collaborazione e solidarietà che unisce le due nazioni.
La Tunisia può contare su personale medico competente e preparato. Va osservato, tuttavia, che il sistema sanitario nazionale non riesce a coprire in modo uniforme tutto il territorio e ci sono vaste aree del Paese, all’interno e al sud, prive di solide strutture. Gli ospedali pubblici hanno poco più di 330 letti di terapia intensiva. Il gesto, in questo quadro, acquista ancora più valore.
In Tunisia risultano al momento 685 casi confermati di covid-19 e 28 morti. Il Paese ha puntato da subito sull’utilizzo della clorochina nel trattamento della malattia.
Stefania Ragusa
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