Benin, la rabbia canina preoccupa le autorità sanitarie

di claudia

Le autorità beninesi hanno lanciato ieri un allarme per via dell’aumento dei casi di rabbia canina in diversi Comuni del Paese, un trend registrato dall’inizio del 2025. Questa situazione ha già causato la morte di un bambino di otto anni nel Comune di Djidja, distretto di Oungbega, avvenuta questo mese di aprile.

In una dichiarazione congiunta firmata dal ministro dell’Agricoltura, dell’allevamento e della pesca, Gaston Dossouhoui, e dal ministro della Salute, Benjamin Hounkpatin, il governo beninese ha annunciato misure severe per combattere questa malattia mortale, ma prevenibile, misure che avranno al centro l’abbattimento sistematico di qualsiasi animale domestico abbandonato. “La persistenza di questa malattia è alimentata dagli animali domestici non vaccinati, in particolare dai cani randagi”, si legge nella dichiarazione, in cui i due ministri ricordano che dal 2021 il governo ha implementato campagne di vaccinazione a basso costo per cani, gatti e scimmie domestici.

Le autorità sanitarie beninesi hanno diramato diverse raccomandazioni alla popolazione, tra cui quella di evitare qualsiasi contatto con animali randagi o che mostrano comportamenti insoliti (aggressività, salivazione eccessiva, paralisi), di segnalare immediatamente qualsiasi animale sospetto alle autorità locali o ai servizi veterinari, di vaccinare regolarmente i propri animali domestici e di consultare immediatamente un centro sanitario in caso di morso o graffio, anche lieve.

Nella dichiarazione si sottolinea che i centri sanitari e gli ospedali del Paese sono preparati a curare in modo efficace le persone esposte alla rabbia: un trattamento tempestivo infatti può impedire lo sviluppo di questa patologia.

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