Colpo di scena nella corsa alle elezioni presidenziali ivoriane: Tidjane Thiam, candidato designato dal Partito Democratico della Costa d’Avorio (Pdci) e tra i favoriti, è stato ufficialmente escluso dalle liste elettorali. La decisione è stata pronunciata ieri dal tribunale di primo grado di Abidjan-Plateau, in seguito a una denuncia presentata da un elettore. Inizialmente, la segnalazione era stata rivolta alla Commissione elettorale, che, dichiarandosi incompetente, aveva rinviato il caso alla giustizia ordinaria.
In una dichiarazione solenne, il presidente del partito ha condannato con fermezza il verdetto, definendolo “ingiusto, ingiustificato e incomprensibile”. “Quello che sta accadendo è che il governo ha semplicemente escluso, con argomentazioni infondate, il suo più serio rivale”, ha denunciato, accusando il regime in carica di mascherare una decisione politica.
Secondo Thiam, questa esclusione rappresenta il culmine di un processo orchestrato da attivisti del partito di governo, il Raggruppamento dei Repubblicani (Rhdp), rappresentati da avvocati vicini al potere, davanti a giudici nominati dallo stesso regime. Un meccanismo ben rodato, che secondo lui segna un preoccupante arretramento democratico.
La radiazione è legata alla cittadinanza francese di Thiam: il giudice ha stabilito che, al momento della sua registrazione nelle liste nel 2022, non fosse più cittadino ivoriano. Secondo il tribunale, avrebbe perso la cittadinanza ivoriana acquisendo volontariamente quella francese. Il giudice ha citato l’articolo 48 del Codice della cittadinanza, secondo cui un adulto ivoriano perde la cittadinanza se, per 15 anni, mantiene volontariamente un’altra nazionalità.
Gli avvocati di Thiam hanno cercato di dimostrare che il loro assistito era nato con cittadinanza francese e che, pertanto, la norma invocata non fosse applicabile, in quanto titolare fin dalla nascita della doppia cittadinanza. Affermano di aver presentato documenti amministrativi a sostegno della tesi. “Rispettiamo la decisione del giudice, ma non la condividiamo”, ha dichiarato Rodrigue Dadjé, legale di Tidjane Thiam, visibilmente deluso dalla sentenza.
Thiam ritiene che la decisione arrivi in un contesto politico teso, segnato dalla prospettiva di un terzo mandato per il presidente uscente Alassane Ouattara, la cui legittimità resta, secondo lui, oggetto di contestazione. “Alcune fonti parlano addirittura di una possibile candidatura per un quarto mandato, il che accresce ulteriormente le preoccupazioni sulla tenuta della democrazia ivoriana”, ha osservato. “Temo che, ancora una volta, siamo sull’orlo di una crisi”, ha avvertito, facendo riferimento ai dolorosi precedenti elettorali del Paese.
Di fronte a questa situazione, ha lanciato un appello alla mobilitazione nazionale e internazionale per garantire agli ivoriani il loro diritto fondamentale: quello di scegliere liberamente il proprio presidente. “È una questione di dignità”, ha ribadito.