Gli Stati Uniti revocano i visti ai cittadini del Sud Sudan

di claudia

Gli Stati Uniti hanno annunciato nel fine settimana la revoca immediata di tutti i visti detenuti da cittadini sudsudanesi, accusando il governo di Juba di non accettare il rimpatrio dei propri cittadini espulsi dal territorio statunitense. La decisione arriva in un momento di forti tensioni interne in Sud Sudan, mentre cresce il timore di un possibile ritorno alla guerra civile.

“Con effetto immediato, il Dipartimento di Stato revocherà tutti i visti detenuti da titolari di passaporto sud sudanese e bloccherà l’emissione di nuovi visti per impedire l’ingresso negli Stati Uniti”, ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, in un comunicato. Washington ha chiarito che eventuali revisioni del provvedimento saranno prese in considerazione solo nel caso in cui Juba dimostri piena cooperazione.

Secondo l’amministrazione statunitense, il Sud Sudan ha violato il principio internazionale secondo cui ogni Paese è tenuto ad accogliere tempestivamente i propri cittadini rimpatriati. “È tempo che il governo di transizione del Sud Sudan smetta di approfittare degli Stati Uniti”, ha aggiunto Rubio.

La misura si inserisce nel più ampio inasprimento delle politiche migratorie statunitensi, che prevedono sanzioni, tra cui restrizioni sui visti o tariffe punitive, per i Paesi che non collaborano al rimpatrio dei propri cittadini presenti illegalmente sul suolo americano.

La decisione di Washington arriva mentre l’Unione Africana sta cercando di mediare una nuova crisi a Juba, dove la recente detenzione del primo vicepresidente Riek Machar – storico rivale del presidente Salva Kiir – ha riacceso lo spettro di un conflitto interno. Machar è stato posto agli arresti domiciliari dopo che il governo lo ha accusato di voler fomentare una ribellione. Le sue forze negano ogni coinvolgimento negli scontri avvenuti di recente nello Stato dell’Alto Nilo settentrionale tra l’esercito regolare e la milizia White Army, storicamente alleata di Machar durante la guerra civile del 2013-2018.

Il conflitto di quegli anni – combattuto lungo linee etniche tra Dinka e Nuer, i due principali gruppi del Paese – provocò centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati. L’attuale crisi rischia di compromettere definitivamente l’accordo di pace del 2018 e aggravare la già fragile situazione politica e umanitaria del Sud Sudan. 

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