Le speranze dell’Africa in papa Leone XIV

di claudia

Al di là dei messaggi di auguri dei presidenti e delle varie autorità africane, l’elezione di papa Leone XIV al soglio di Pietro suscita grandi aspettative nelle comunità cristiane e cattoliche del continente. Secondo il Vaticano, i cattolici in Africa sono oltre 256 milioni e, durante il pontificato di Francesco, il continente è stato al centro di una forte azione pastorale, beneficiando anche di un rinnovato interesse diplomatico da parte della Chiesa.

Un’azione che, con Leone XIV, potrebbe vedere un’ulteriore accelerazione. Papa Prevost, già priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino e poi prefetto del Dicastero per i vescovi, ha effettuato numerose visite in Africa – come in Kenya nel 2011 e, più recentemente, nel 2024, e nella Repubblica Democratica del Congo nel 2009 – dove ha inaugurato università, celebrato messe e incontrato le comunità locali.

Sono esperienze che oggi alimentano la speranza di un allineamento più concreto tra il Vaticano e le realtà africane. Il tema centrale resta, oggi con Leone come ieri con Francesco, quello della pace, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, in Sud Sudan e nel Sahel. Il segretario generale della Conferenza episcopale della Rdc, Donatien Nshole, citato dall’Agence Ecofin, ha dichiarato: “Ci aspettiamo che continui a seguire il linguaggio di Papa Francesco e che presti particolare attenzione all’instaurazione di una pace duratura nella Repubblica Democratica del Congo”.

Oltre alla questione della pace, molte sfide sociali tipicamente africane – dalle migrazioni alle prospettive per i giovani, dalla giustizia climatica all’accesso all’istruzione – richiedono oggi un’attenzione particolare. In molti contesti, la Chiesa locale rappresenta, infatti, l’ultimo baluardo di fronte ai fallimenti dello Stato.

A queste aspettative si aggiungono quelle di natura economica. Durante il suo pontificato, papa Francesco ha denunciato apertamente il “colonialismo economico” che grava ancora su diversi Paesi africani, invocando relazioni commerciali più eque, una revisione delle politiche estrattive e investimenti strutturali, non predatori.

Il Vaticano potrebbe dunque svolgere un ruolo morale e diplomatico sempre più rilevante nella promozione della giustizia economica globale, sostenendo – per esempio – le richieste di cancellazione del debito o di riforma delle istituzioni finanziarie internazionali. Se Leone XIV vorrà raccogliere questa eredità di Francesco, sarà chiamato a prendere posizione su questioni globali che incidono direttamente sullo sviluppo del continente. Dovrà inoltre confrontarsi con le aspettative conservatrici di molti vescovi africani – in particolare su temi sociali come l’omosessualità e la famiglia – così come con le aspirazioni di altre regioni del mondo verso una Chiesa più inclusiva.

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