Un gruppo di 49 cittadini afrikaner sudafricani è partito ieri da Johannesburg a bordo di un volo charter diretto negli Stati Uniti, dove sarà accolto con lo status di rifugiato nell’ambito di un nuovo programma dell’amministrazione Trump. Lo ha reso noto il portavoce del ministero dei Trasporti sudafricano, Collen Msibi, citato da Reuters.
I passeggeri – famiglie con bambini – sono arrivati questa mattina all’aeroporto Dulles di Washington. Si tratta del primo gruppo di afrikaner a beneficiare dell’ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump il 7 febbraio, con il quale si accusa il governo sudafricano, guidato dalla maggioranza nera, di “discriminazione razziale” nei confronti della minoranza bianca. La misura prevede l’accoglienza negli Usa di sudafricani bianchi, mentre altri programmi per rifugiati – inclusi quelli per cittadini di Afghanistan, Iraq e numerosi Paesi dell’Africa subsahariana – restano sospesi.
Pretoria ha smentito categoricamente le accuse statunitensi, definendo “completamente false” le affermazioni secondo cui gli afrikaner sarebbero perseguitati. Il governo ha inoltre sottolineato che questa minoranza – circa 2,7 milioni su una popolazione nazionale di 62 milioni – è tra le più economicamente privilegiate del Paese. Gli afrikaner sono presenti nella vita pubblica, nel mondo degli affari e anche all’interno dell’esecutivo, e l’afrikaans è una delle lingue ufficiali del Sudafrica.
Secondo Washington, invece, le leggi sull’affirmative action e la recente normativa sull’esproprio delle terre colpirebbero in modo discriminatorio la comunità afrikaner. Le autorità sudafricane negano qualsiasi esproprio avvenuto finora e parlano di accuse infondate. Pretoria contesta inoltre l’idea che gli afrikaner siano oggetto di attacchi mirati nelle aree rurali.
Il volo per Washington, operato dalla compagnia statunitense Omni Air International, ha effettuato uno scalo tecnico a Dakar. I passeggeri sono stati controllati dalla polizia all’aeroporto O.R. Tambo di Johannesburg prima della partenza, come ha riferito ancora Msibi. Le autorità sudafricane hanno precisato di non ostacolare la partenza dei cittadini e di rispettarne la libertà di scelta, pur ribadendo che non sussistono motivi per una loro ricollocazione all’estero.
Secondo fonti statunitensi citate da Ap, all’arrivo il gruppo sarà accolto da rappresentanti del Dipartimento di Stato e dell’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs), che ha predisposto assistenza per l’alloggio, beni di prima necessità e generi alimentari. La Casa Bianca ha annunciato che il volo rappresenta l’inizio di un programma di trasferimenti su più ampia scala.
Secondo il decreto presidenziale, gli Stati Uniti hanno inoltre sospeso i finanziamenti diretti al Sudafrica, accusato di posizioni ostili verso Washington, incluse le relazioni con l’Iran e l’azione legale presentata alla Corte internazionale di giustizia contro Israele per il conflitto a Gaza.