Nuovi test condotti sul Kush, economico e letale narcotico che ha scatenato un’emergenza nazionale in Sierra Leone, hanno rivelato che la sostanza è composta da oppioidi sintetici e cannabinoidi importati dall’estero.
Ad aprile, il presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio, aveva dichiarato un’emergenza nazionale per l’abuso di sostanze stupefacenti, in seguito alle pressanti richieste di intervento per contrastare il diffuso utilizzo del Kush, una droga presente anche in almeno altri cinque Paesi dell’Africa occidentale. Tuttavia, la scarsa conoscenza sulla composizione chimica del Kush e sulla provenienza dei suoi ingredienti aveva complicato gli sforzi per combatterne la diffusione, secondo quanto riportato dal rapporto del Global Initiative against Transnational Organised Crime (GI-TOC) e dal Clingendael, l’Istituto olandese per le Relazioni Internazionali.
La droga è stata a lungo oggetto di voci incontrollate, secondo le quali conterrebbe sostanze tossiche come veleno per topi, acetone e perfino ossa umane, ed era ritenuta prodotta interamente in Sierra Leone. In realtà, i test richiesti dal governo della Sierra Leone hanno rivelato che alcuni campioni contengono oppioidi sintetici noti come nitazeni, fino a 25 volte più potenti del fentanyl.
Le analisi hanno inoltre indicato che Cina, Regno Unito e Paesi Bassi sono “i principali esportatori del Kush e dei suoi ingredienti”, secondo il rapporto.
“La Sierra Leone è rimasta per anni all’oscuro sulla composizione del Kush e il Paese non dispone delle capacità di analisi necessarie”, ha dichiarato Kars de Bruijne, ricercatore senior presso Clingendael. Lo studio pubblicato ieri potrebbe aiutare le autorità a contrastare le overdose, suggerendo il naloxone come trattamento per gli utilizzatori del Kush. Inoltre, potrebbe consentire di individuare i “punti di produzione” all’estero e limitare la diffusione della droga in Sierra Leone. Il naloxone è un farmaco in grado di bloccare gli effetti degli oppioidi, come il fentanyl.
Il basso costo del Kush lo rende facilmente accessibile ai giovani disoccupati e disillusi della Sierra Leone. Sebbene non esistano dati ufficiali sul numero di decessi attribuiti al Kush, un aumento improvviso delle morti negli anni scorsi ha portato le autorità a eseguire cremazioni collettive, secondo il rapporto. “Probabilmente migliaia di persone sono morte a causa del Kush in Sierra Leone, Liberia, Guinea e Gambia. E la droga si sta diffondendo rapidamente”, ha dichiarato Lucia Bird Ruiz-Benitez de Lugo, direttrice dell’Osservatorio delle economie illecite in Africa occidentale del GI-TOC.
La presenza di nitazeni nei campioni di Kush dimostra che la droga è “parte di una minaccia globale, e non solo un problema dell’Africa occidentale”, ha aggiunto Bird Ruiz-Benitez de Lugo. “Probabilmente è solo la prima di una crescente gamma di droghe sintetiche destinate alla regione”.
Foto: Panos