Sudan, a Khartoum oltre alla guerra infiamma il colera

di claudia
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Almeno tre persone sono morte e altre 68 risultano contagiate in seguito a un focolaio di colera scoppiato nell’area di al-Kalakla, a Sud della capitale sudanese Khartoum. Lo ha riferito un gruppo locale di risposta alle emergenze, citato dal Sudan Tribune. L’epidemia si inserisce in un contesto di condizioni sanitarie sempre più critiche nella capitale, dove la guerra in corso ha compromesso l’accesso all’acqua potabile, favorito l’accumulo di rifiuti e lasciato numerosi cadaveri insepolti nelle strade, secondo diverse fonti locali.

Un volontario della Jabal Awliya Emergency Room ha dichiarato che tra le vittime figura una bambina di 3 anni, deceduta in un punto sanitario locale, insieme ad altri 18 casi confermati di contagio. Il volontario ha inoltre segnalato altri due decessi nei quartieri di Al-Kalakla e la presenza di oltre 50 casi sospetti ricoverati presso l’Ospedale turco della zona.

L’emergenza sanitaria è aggravata, secondo i soccorritori, dal “collasso totale” del sistema sanitario e dalla mancanza di fonti sicure di approvvigionamento idrico. Molti abitanti sono costretti a utilizzare pozzi superficiali contaminati.

Il gruppo di risposta ha rivolto un appello alla popolazione affinché bollisca l’acqua prima di consumarla, utilizzi compresse per la purificazione, lavi accuratamente le mani, eviti alimenti esposti o venduti per strada e mantenga puliti gli utensili da cucina. Inoltre, gli operatori hanno chiesto alle autorità competenti di intervenire con urgenza per ripristinare le reti idriche danneggiate, fornire acqua potabile sicura e distribuire materiali essenziali per la prevenzione del contagio nelle comunità colpite. Ai primi sintomi la popolazione è infine invitata a recarsi tempestivamente in un centro sanitario.

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