«La fine di un’epoca»: così i giornali algerini commentano il pensionamento, annunciato dalla presidenza, di Mohammed Medien, noto col soprannome di generale Toufik, potente capo dei servizi segreti dell’Algeria (Drs) per circa un quarto di secolo. Le sue dimissioni seguono di alcuni giorni la rimozione di numerosi ufficiali delle forze armate, nell’ambito di un rimaneggiamento profondo dell’Intelligence voluto dal presidente Abdelaziz Bouteflika il cui obiettivo sarebbe, secondo gli osservatori, di porre un freno all’influenza dei servizi segreti nella vita politica.
Il generale Toufik sarà sostituito dal suo ex vice, generale Athmane Tartag detto Bashir, allontanato tempo fa dal suo incarico e divenuto, fino ad ora, consigliere alla sicurezza della Presidenza.
Nonostante le rassicurazioni provenienti dalle più alte cariche dello Stato, che definiscono «naturali» i cambiamenti in atto, il pensionamento del generale non smette di suscitare interrogativi e il quotidiano «Liberté-Algerie» sottolinea come «oggi la questione è sapere a cosa rispondono questi cambiamenti. Nuova strategia dei servizi, dettata dalle sfide per la sicurezza? Sanzioni? Operazioni di svecchiamento? Lotta tra clan in prospettiva della successione a Bouteflika?». Secondo il quotidiano «se la partenza di Toufik svela certamente l’apertura di una nuova pagina, questo non significa necessariamente che l’Algeria inauguri una nuova era politica improntata alla democrazia e trasparenza. Ma è sicuramente annunciatrice di un terremoto in seno al sistema».
Toufik era l’ultimo capo militare in attività del collegio dei generali che nel ’92 sbarrarono la strada agli islamisti del Fronte islamico di salvezza (Fis), dopo la vittoria nelle prime elezioni pluripartitiche della storia parlamentare del paese. Dopo la cancellazione della loro vittoria, gli islamisti intrapresero una rivolta armata – durata per circa un decennio – e costata la vita a 200.000 persone. Durante questo periodo, i servizi segreti hanno sviluppato una rete capillare e sono divenuti uno dei poteri forti del paese.
Domenica, per la prima volta, una foto di colui che qualcuno aveva soprannominato «Rab Djezair» (Re d’Algeria) raramente apparso in pubblico, è stata pubblicata dal quotidiano Ennahar.
(15/09/2015 Fonte: Misna)
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