Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (nella foto) ha annunciato l’istituzione di una commissione giudiziaria d’inchiesta per indagare su possibili tentativi di ostacolare le indagini o l’azione penale per i crimini commessi durante il periodo dell’apartheid. Lo ha reso noto mercoledì il suo ufficio.
Questa decisione, secondo quanto riferito da Reuters, giunge in seguito a discussioni volte a trovare una risoluzione in un caso giudiziario intentato dalle famiglie delle vittime di omicidi politici e sparizioni avvenute decenni fa. Tra questi, Lukhanyo Calata, figlio di Fort Calata, ucciso dalla polizia dell’apartheid nel 1985, che chiede di far luce sul perché non ci siano mai stati processi. “È importante che ci venga detto chi sono queste persone che ci hanno impedito di ottenere giustizia”, ha dichiarato Calata.
La presidenza, in una nota riportata da Reuters, ha dichiarato: “Le accuse di indebita influenza nel ritardare o ostacolare le indagini e l’azione penale per i crimini dell’era dell’apartheid sono state perpetrate anche dalle amministrazioni precedenti”. Ha aggiunto che “attraverso questa commissione, il presidente Ramaphosa è determinato a far sì che vengano accertati i veri fatti e che la questione venga portata a una conclusione definitiva”.
Dopo la fine dell’apartheid, il Sudafrica istituì la Commissione per la verità e la riconciliazione (Trc) con l’obiettivo di fare luce sulle violazioni dei diritti umani commesse sotto il governo della minoranza bianca. La Trc consegnò ai procuratori statali un elenco di diverse centinaia di casi per l’avvio di indagini, ma molti di questi non hanno mai portato a un’azione penale.
Reuters evidenzia come 25 familiari e sopravvissuti abbiano presentato un ricorso presso un tribunale di Pretoria a gennaio, chiedendo allo Stato un risarcimento danni di circa 167 milioni di rand (9 milioni di dollari). La presidenza ha comunicato che il governo richiederà la sospensione di tale richiesta in attesa delle conclusioni della commissione d’inchiesta, senza tuttavia fornire una tempistica precisa.
Nonostante l’istituzione della commissione, le famiglie delle vittime, supportate dalla Fondazione per i Diritti Umani (Fhr), intendono proseguire con l’azione legale, soprattutto per ottenere un risarcimento. Zaid Kimmie, direttore della Fhr, ha dichiarato: “Ci aspettiamo un’azione decisa su questo tema, ed è per questo che proseguiremo il procedimento in tribunale. Il Presidente ha già indicato che si opporrà. Ma persevereremo e chiederemo alla corte di prendere una decisione”. La fondazione, come riportato da Reuters, ha espresso opposizione alla decisione del presidente di rinviare la decisione sulla richiesta di risarcimento, ritenendo che la commissione non abbia l’autorità per occuparsene.