• Homepage
  • LA RIVISTA
    • CHI SIAMO
    • Per abbonarsi
    • Acquista copia singola
    • ULTIMO NUMERO (2/2025)
    • ANTEPRIMA NUOVO NUMERO (3/2025)
    • Dove trovare Africa
    • Per insegnanti e studenti
    • Interventi nelle scuole
    • Iscriviti alla newsletter
    • Coopera – inserto Ong
    • CONTATTI
  • Abbonamenti
  • VIAGGI DI AFRICA
    • PROSSIME PARTENZE
    • L’estate di Africa (evento online)
    • ALGERIA
    • Ghana, Togo e Benin
    • MADAGASCAR
    • MALAWI
    • MAURITANIA
    • Rwanda e Uganda
    • SENEGAL
    • SAO TOME
    • SUDAFRICA
    • UGANDA (GORILLA)
    • UGANDA (KARAMOJA)
    • ZAMBIA
  • EVENTI E CORSI
    • CORSI ONLINE
      • Arabo
    • Dialoghi sull’Africa
      • 2025
      • 2024
      • 2023
      • 2022
      • 2021
      • 2019
      • 2018
      • 2017
      • 2016
      • 2015
      • 2014
      • 2013
      • 2012
      • 2011
  • MOSTRE
  • shop
  • 100 afriche

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Rivista Africa
La rivista del continente vero
Tag:

ciad

    CONTINENTE VERO

    La Kamikaze

    di claudia 20 Febbraio 2022
    Scritto da claudia

    L’incredibile storia di una donna costretta dai jihadisti a indossare una cintura esplosiva. Sopravvissuta per miracolo all’attentato suicida. Nella regione del Lago Ciad, Boko Haram recluta i nuovi combattenti tra la povera gente. Alcuni si arruolano per fuggire alla miseria, altri vengono obbligati a sacrificare la vita in attentati sanguinari. Ma c’è chi scampa a questo tragico destino

    di Daniele Bellocchio – foto di Marco Gualazzini

    Halima Adam: tutti conoscono questo nome a Bol, il principale villaggio ciadiano sulle rive del Lago Ciad, e tutti conoscono la storia di Halima, ma quasi nessuno la chiama per nome. Per quasi tutti lei è “la Kamikaze”. Halima Adam è infatti l’unica kamikaze di cui si abbia notizia a essere sopravvissuta a un’azione suicida. «Se volete incontrarla, prendete una piroga, attraversate il lago fino all’isola di Gomirom-Domou: lei vive là. Ma è una zona molto pericolosa, è territorio di Boko Haram. E vi avverto che è pericoloso pure ascoltare il racconto della sua vita: è un orrore difficile anche solo da immaginare».

    A mettere in allerta è lo chef canton di Bol, Youssouf Mbodou Mbami. Lui conosce bene la storia della donna, avendola soccorsa per primo dopo l’attentato. «Era il 23 dicembre 2016, arrivò la notizia che i terroristi avevano fatto un massacro sull’isola di Yiga, a tre chilometri dalla nostra cittadina. Mi precipitai e trovai la giovane donna ancora viva, senza gambe e in stato di shock. Tremava e non riuscivamo a calmarla. Era drogata, per portarla in salvo l’avvolgemmo in un tappeto e usammo una scala a pioli come barella, poi in piroga la traghettammo sino all’ospedale di Bol. Ma lei saprà raccontarvi in modo più approfondito la sua storia».

    Halima sulle rive del Lago Ciad

    Covo di jihadisti

    Il mattino seguente, sulla spiaggia di Bol, il capitano dell’esercito ciadiano Affeni insieme a quattro suoi uomini sale sulla piroga diretta all’isola di Gomirom-Domou e li invita a prepararsi per un’azione di guerra. I militari, con il volto coperto dal turbante, inseriscono i caricatori negli Ak47 e mettono il colpo in canna. Per tutto il viaggio scrutano attraverso la scanalatura del mirino acquitrini e canneti che la lenta imbarcazione oltrepassa scivolando sulle placide acque del lago. «Questa è una zona molto pericolosa, i jihadisti sfruttano le isole per nascondersi e poi, calato il sole, compiono razzie e stragi nei villaggi qua intorno».

    La barca rallenta ulteriormente e la prua affonda in un sottilissimo strato di limo prima di arrestarsi sulla spiaggia dell’isola dove vive l’ex attentatrice. Il sole picchia, la temperatura raggiunge i 50 gradi. Dopo un chilometro tra sabbie, rovi e cardi compaiono alcune capanne, tra cui quella di Halima. È seduta su una stuoia di rafia e accanto a lei le protesi delle gambe preannunciano il racconto: «Sono stata data in sposa dalla mia famiglia a 12 anni. Lui era un pescatore. Abbiamo vissuto insieme fino al 2016, quando un giorno disse che ci saremmo trasferiti su un’altra isola, dove la pesca era più redditizia». La donna s’interrompe. Da questo momento la sua storia dà le vertigini, è un’immersione in un incubo reale.

    Ingannata

    «Mio marito mi ingannò. Non mi portò su un’isola dove la pesca era migliore, ma dai terroristi di Boko Haram, perché voleva diventare un guerrigliero. Si arruolò, fece l’addestramento militare, mentre io fui condotta in un edificio dove c’erano solo donne e vi trascorsi un anno passando le giornate a leggere il Corano e a cucinare per i terroristi. Poi, un giorno mio marito venne a dirmi che a breve sarei andata in paradiso: mi aveva designata per essere una kamikaze».

    La donna ha lo sguardo perso e una smorfia di dolore le attraverso il viso. «Fui convocata dai capi dell’organizzazione. Mi dissero che dovevo essere felice di andare in paradiso e di esaudire il volere di Allah. Ero sconvolta, non potevo rifiutare, sennò mi avrebbero decapitata. Ero terrorizzata. Mi fecero delle iniezioni, mi drogarono; poi mi diedero la cintura esplosiva ingiungendomi di fare una strage nel mercato di Bol». Il racconto prosegue fino al giorno dell’azione: «Insieme ad altri sette terroristi, alcuni nigerini, altri nigeriani e pure camerunesi, marciai per tre giorni e tre notti. A tre chilometri da Bol ci fermammo a pregare: fu in quel momento che i comitati di autodifesa ci intercettarono. Io la cintura l’avevo nel tascapane, gli altri invece l’avevano indosso e, come si resero conto di essere stati scoperti, subito la attivarono. Mi ricordo le esplosioni e basta. Fui l’unica a salvarmi. Mi svegliai in ospedale senza gambe e senza più una vita. Mi hanno costretta a far del male alla mia gente, per tutti io sono “la Kamikaze”. Non avrò mai un uomo, sarò sempre sola, sola con il peso del mio passato».

    Centro di recupero

    Halima non è la sola ex di Boko Haram a vivere a Gomirom-Domou, c’è anche Youssouf, 20 anni, uno sguardo incendiato dall’incubo e una ridda infernale di ricordi che rievoca all’ombra di un albero: «Mi ero arruolato volontario perché Boko Haram dà soldi, cibo e anche donne da sposare. Io ero un mujahid, ho conosciuto il leader al-Barnawi e mi hanno addestrato, mi hanno insegnato a sparare, a muoverci di notte, a fare i combattimenti con il pugnale, e ho assaltato dei villaggi. Poi mi sono reso conto che se fossi rimasto con loro non avrei avuto altro destino che la morte. Allora sono scappato e sono tornato a vivere qua con mio padre. Ma in Ciad c’è troppa povertà, troppa fame, troppa miseria: finché sarà così, Boko Haram avrà combustibile per attirare a sé nuove persone».

    Quanto dichiarato dal mujahid pentito è confermato da Ahmat Yacoub, ragazzo soldato ai tempi della guerra civile, poi studente modello, professore universitario di sociologia e fondatore del Cedpe (Centro studi per lo sviluppo e la prevenzione dell’estremismo), il primo istituto nato per combattere il fanatismo e avviare l’opera di deradicalizzazione nel Sahel. «La nascita di questo centro è molto legata alla mia vita personale. Fui arruolato dai ribelli da ragazzino, divenni un baby-soldato, fui manipolato. Oggi vivono la stessa situazione moltissimi ragazzi e non solo, che entrano a far parte di Boko Haram».

    In fuga dal terrore

    «I terroristi – prosegue Ahmat – fanno leva sull’ignoranza, sulla mancanza di tutto, e con promesse di soldi, cibo e gloria eterna arruolano uomini, donne e anche bambini. Rivedo quello che è accaduto a me nelle vite dei giovani del mio Paese: per questo ho deciso di intervenire mettendo in campo la mia conoscenza e anche il mio vissuto». E aggiunge: «La crisi economica e ambientale e il terrorismo di Boko Haram sono due facce della stessa medaglia. La miseria è il principale carburante per i terroristi, grazie a questa riescono ad arruolare nuovi miliziani e ad allargare così le proprie fila».

    Tra le fila dei soldati di Abubakar Shekau c’è stato anche Abdoullay Tidjiani, che oggi fa il falegname a Bol, ma quelle mani che oggi cercano redenzione nel biblico mestiere che si fa con pialla e martello sono mani che hanno versato sangue innocente: «Io sono nigeriano e facevo il commerciante. Ero al lavoro quando i terroristi sono arrivati e hanno costretto me ed altri uomini a seguirli. Chi non obbediva veniva ucciso. Mi hanno portato in un accampamento ed è iniziato l’addestramento: combattimento a mani nude e con il pugnale, utilizzo del kalashnikov e dei lanciarazzi Rpg, e ore passate a studiare il Corano e ad ascoltare le predicazioni degli imam che ci dicevano di uccidere perché questo era il volere di Allah. Terminato l’addestramento, mi hanno mandato in battaglia. Prima pregavamo e poi al grido di Allahu Akbar assaltavamo villaggi e postazioni dell’esercito.

    Dopo tre anni, però, è successo qualcosa nella mia testa: non ce la facevo più a vedere gente uccisa senza ragione e di vivere commettendo atrocità. E mi sono domandato: “perché?”. Da quel momento non ho desiderato che fuggire. Una notte, approfittando dell’oscurità, sono scappato con mia moglie e mio figlio e siamo arrivati a Bol. Sono qua da sette mesi, voglio tornare a una vita normale, vorrei che tutto quel che ho visto e che è successo non fosse mai accaduto. Ma indietro non si può tornare. So che ogni giorno e ogni notte della mia vita dovrò convivere con l’orrore».

    Questo articolo è uscito sul numero 3/2021 della rivista. Per acquistare una copia, clicca qui, o visita l’e-shop.

    Condividi
    20 Febbraio 2022 0 commentI
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • LO SCATTO

    Villaggio Baggara

    di claudia 22 Gennaio 2022
    22 Gennaio 2022

    I Baggara sono popolazioni seminomadi di allevatori prevalentemente situati fra il Chad e il Sudan occidentale. Il villaggio Baggara, che ospita dalle 10 alle 30 famiglie è composto da una …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • FOCUS

    Ciad, attivisti di Wakit Tamma entrano nel governo

    di claudia 20 Gennaio 2022
    20 Gennaio 2022

    Attivisti della società civile, membri della piattaforma Wakit Tamma (è giunta l’ora) che si è mobilitata contro il regime del defunto Idriss Deby Itno e contro la successione avvenuta al …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • ECONOMIANEWS

    Ciad, economia ferita da Covid e petrolio

    di claudia 19 Gennaio 2022
    19 Gennaio 2022

    La situazione economica e finanziaria del Ciad e le prospettive a medio termine sono peggiorate a causa di una serie di shock di lunga durata dall’inizio della pandemia di Covid-19. …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, confronti aperti in preparazione del grande dialogo nazionale

    di claudia 12 Gennaio 2022
    12 Gennaio 2022

    Organizzazioni ciadiane della società civile, in particolare dei giovani e delle donne, hanno aperto un confronto con i vari comitati costituiti per la preparazione del grande dialogo nazionale in Ciad. …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, vittime di Habrè chiedono lo sblocco dei risarcimenti

    di claudia 4 Gennaio 2022
    4 Gennaio 2022

    Fanno appello al presidente senegalese Macky Sall le vittime dei crimini del defunto presidente ciadiano Hissène Habré, morto il 24 agosto scorso in Senegal dove si era rifugiato. A sei …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, adottata l’amnistia generale

    di claudia 28 Dicembre 2021
    28 Dicembre 2021

    È considerato un grande passo avanti nel processo di dialogo e di riconciliazione nazionale: il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) ha adottato due progetti di legge sull’amnistia generale, 68 voti …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad: scontri tra pastori e agricoltori, morti e feriti

    di Marco Trovato 26 Dicembre 2021
    26 Dicembre 2021

    Pastori arabi e agricoltori Boulala si sono scontrati ieri nel villaggio di Touka, nel nord del Ciad, causando almeno tre morti e una dozzina di feriti, un bilancio ancora provvisorio. …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Grande Muraglia Verde, ciadiano nominato segretario

    di Enrico Casale 4 Dicembre 2021
    4 Dicembre 2021

    Il ciadiano Brahim Seïd è stato nominato segretario esecutivo dell’Agenzia panafricana della Grande Muraglia Verde, nomina avvenuta a seguito del vertice tra i capi di Stato appartenenti all’organizzazione e tenutosi …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad: Exxon Mobil fa causa a dipendenti per sciopero

    di Enrico Casale 28 Novembre 2021
    28 Novembre 2021

    Dipendenti della Exxon Mobil, disoccupati da oltre un mese, sono stati convocati al tribunale di primo grado di N’Djamena, a seguito di una denuncia della società petrolifera che li accusa …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Incontri ad alto livello in Ciad per Emanuela Del Re

    di claudia 24 Novembre 2021
    24 Novembre 2021

    Mahamat Idriss Deby, presidente del consiglio militare di transizione del Ciad, ha ricevuto ieri Emanuela del Re, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel, attualmente in visita nel Paese. La …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, oppositore torna dall’esilio per dialogo nazionale

    di claudia 19 Novembre 2021
    19 Novembre 2021

    L’oppositore politico ciadiano Albadour Acyl Ahmat Akhabach ha deciso di abbandonare l’esilio e di  tornare in patria per partecipare al prossimo dialogo nazionale. È stato accolto ieri all’aeroporto di N’Djamena …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NATURANEWS

    Gli effetti del cambiamento climatico sul continente secondo gli attivisti

    di claudia 16 Novembre 2021
    16 Novembre 2021

    L’Africa vive in prima linea gli effetti del cambiamento climatico che vanno a esacerbare condizioni già critiche, come la difficoltà di accesso al cibo e le precarie condizioni di sicurezza. …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, l’ex presidente ribelle centrafricano Bozizé si trova a N’Djamena

    di claudia 9 Novembre 2021
    9 Novembre 2021

    L’ex presidente centrafricano François Bozizé, accusato di aver tentato di rovesciare le attuali autorità di Bangui e fomentato la ribellione, soggiorna a N’Djamena, capitale del Ciad. Lo hanno riferito fonti …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Ciad, repressa manifestazione dell’opposizione

    di Enrico Casale 2 Ottobre 2021
    2 Ottobre 2021

    Duramente repressa la protesta organizzata dall’opposizione e dalla coalizione della società civile ciadiana per protestare contro la gestione del Paese da parte delle autorità di transizione. I manifestanti radunati per …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • …
  • 9
  • 10
  • 11
  • 12
  • 13
  • …
  • 24

Africa Rivista

Via Fabio Massimo, 19 – 20139 Milano
Tel. 02.80898696
Cell. 375.5353235
Fax 06.92933897
Email: info@africarivista.it
Abbonamenti: segreteria@africarivista.it

Per abbonarsi alla rivista

Online


Bonifico Bancario
IBAN:  IT 65 H030 3203 2100 1000 0291 446
Intestato a Internationalia s.r.l.
SWIFT/BIC: BACRIT21302


Conto Corrente Postale
CCP n° 1049863846 – Intestato a Internationalia srl, Via Conca d’Oro, 206 – 00141 Roma 

Argomenti

ISCRIVITI ORA

ULTIMI ARTICOLI

  • Rd Congo: drammatica la crisi nell’est, le testimonianze dei missionari

    26 Maggio 2025
  • L’alcol ugandese farà il giro del mondo

    26 Maggio 2025
  • Nigeria, Dangote vuole esportare polipropilene fuori dall’Africa

    26 Maggio 2025
  • Kenya, propaganda 2.0: come il potere risponde alla Gen Z

    25 Maggio 2025
  • Il libro della settimana: L’insieme delle parti 

    25 Maggio 2025
  • CHI SIAMO
  • PER ABBONARSI
  • VIAGGI DI AFRICA
  • CONTATTI
  • PUBBLICITA’ SU AFRICA
  • PRIVACY
  • INFORMATIVA

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Accetto Gestione consensi Leggi tutto
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessari
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non necessari
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA