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Edizione del 07/06/2025

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Rivista Africa
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cinema afrodiscendente

    CINEMANEWSSOCIETÀ

    Torna a Brescia la quinta edizione di Afrobrix Film Festival

    di claudia 16 Gennaio 2025
    Scritto da claudia

    Prende il via domani e andrà avanti fino al 19 gennaio la quinta edizione di Afrobrix Film Festival, un festival dedicato all’afrodiscendenza per celebrare la ricchezza della diversità. Musica, arte, cultura e cinema si intrecciano per raccontare e valorizzare la complessità delle realtà afrodiscendenti e afroeuropee, evidenziandone il contributo al panorama culturale contemporaneo.

    Fabrizio Colombo è il direttore di AFROBRIX, il film festival africano di Brescia che il 17, 18 e 19 gennaio prossimi, presenterà un selezione di film corto e lungo metraggi selezionati in festival internazionali. Per citarne qualcuno: DISCO AFRICA, Une Histoire malgache  di Luc Razanajaona, uno dei pochissimi film prodotti in Madagascar, che dipinge un quadro illuminante del clima burrascoso che regna nel  Paese. AUGURE – Ritorno alle origini di Baloji, rapper, cantante e regista talentuoso di origini congolesi. Il ritorno in Congo di un uomo emigrato anni prima in Belgio apre un viaggio agli inferi magico e caotico. Opera  di realismo magico tra costumi rutilanti, trucchi teatrali, numeri di danza, visioni … DAHOMEY Un’opera lucida e sensibile che illumina il problema della ricostruzione di un’identità postcoloniale. BANEL ET ADAMA di Ramata-Toulaye Sy, una storia senegalese di amore e superstizione, ambientata in un villaggio tradizionale sperduto nel nord del Senegal. E poi, oltre ai film, talks, musica, incontri e festa! Tutte le informazioni utili sul link https://afrobrix.it/

    La mission del festival è duplice: da un lato, promuovere la multiculturalità intesa come appartenenza a molteplici identità culturali; dall’altro, favorire l’inclusione e il dialogo tra le comunità di seconda generazione (2G) e la cittadinanza bresciana. Fabrizio Colombo, direttore artistico del festival, dichiara: “Afrobrix continua il suo percorso. Nonostante gli attacchi ricevuti anche quest’anno da movimenti e associazioni di estrema destra contrari alla nostra visione, vogliamo ribadire che l’Italia è anche afrodiscendente.”

    La manifestazione si pone come una celebrazione della diversità e della ricchezza culturale portata dagli artisti afrodiscendenti, attivi nel panorama musicale, cinematografico, televisivo e digitale.

    “Questi artisti – aggiunge Colombo – dimostrano che l’Italia è un Paese in cui la diversità non solo arricchisce il panorama culturale, ma rappresenta una risorsa essenziale per creare una società più innovativa e inclusiva, capace di guardare al futuro con una prospettiva autenticamente interculturale.

    Nonostante le difficoltà, Afrobrix si afferma come una piattaforma indispensabile per promuovere il dialogo e valorizzare le realtà afrodiscendenti, consolidandosi come un pilastro fondamentale nel dibattito culturale e sociale italiano.”

    Programma:

    Lungometraggi

    La sezione lungometraggi di quest’anno propone film acclamati nei più prestigiosi festival internazionali, offrendo uno sguardo autentico e contemporaneo sull’Africa e la diaspora.

    Ad aprire il festival è Disco Afrika, diretto dal malgascio Luck Razanajaona e selezionato alla Berlinale 2024. Il film affronta il tema della rivolta giovanile africana, portando sullo schermo le lotte per i diritti sociali e umani in diversi Paesi africani.

    Tra i titoli di punta, Augure – Ritorno alle origini, vincitore a Cannes 2023, del regista e artista belga-congolese Baloji. Un’opera che mescola estetica africana contemporanea e introspezione, esplorando il complesso percorso di ritorno alle origini dei membri della diaspora.

    La regista franco-senegalese Ramata-Toulaye Sy firma Banel et Adama, una struggente storia d’amore in concorso a Cannes 2024, mentre il pluripremiato Mami Wata di C.J. ‘Fiery’ Obasi reinterpreta il mito della dea delle acque con una fotografia mozzafiato premiata al Sundance 2023. Il film celebra la forza del femminile nella società africana, un tema centrale anche in Augure.

    Dare – To Take That First Step, documentario italo-senegalese di Silvia Tonelli, segue invece il ritorno alle origini di giovani afroitaliani. Attraverso la musica, il film esplora identità e rinascita, temi centrali per AFROBRIX e il suo impegno verso l’empowerment della comunità afrodiscendente in Italia.

    A chiudere il festival, Dahomey della franco-senegalese Mati Diop, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale. Il film affronta con intensità il tema della riappropriazione culturale e artistica africana, simbolo della lotta contro il neocolonialismo e della rinnovata indipendenza dell’Africa.

    Concorso cortometraggi

    Focus del concorso cortometraggi di AFROBRIX Film Festival 2025 è il racconto dell’afrodiscendenza. 10 le opere tra le oltre 1300 candidature ricevute, a conferma dell’interesse crescente per il tema.

    I titoli in concorso sono: Bambola di Giorgio Musumeci (Italia), che affronta il dramma dei braccianti afroitaliani con uno sguardo intimo e toccante; Il cielo è perso di Fabrizio Fusco (Italia), che esplora il legame tra due fratelli messo alla prova quando il loro mondo incontaminato inizia a deteriorarsi; Family Time di Ahmed Mazen (Francia) storia di un padre e un figlio che cercano di riconciliarsi nonostante le loro differenze generazionali; Ophio di Baky Dia, Franck A.R. Onouviet (Francia) in cui Jaro, amico d’infanzia di Obi, improvvisamente scomparso, torna dopo 8 anni. Ma le cose non sono come sembrano; Prima and Lebsi di Welket Bungué (Portogallo), un racconto di amore e resilienza in un contesto di marginalità urbana; Recurrence di Ruben Levi (Svezia) che vede Helen, immigrata con la figlia in Svezia costretta a confrontarsi con un passato violento; A Poem for Mina di George Adindu (Belgio) in cui la protagonista si risveglia con una seconda possibilità; Osas and the Women from Benin City di Gabriele Gravagna (Italia) su Osas Egbon, 38 anni, presidente della prima associazione italiana contro la prostituzione forzata; Appreciation di Tomisin Adepeju (Regno Unito), che indaga la crisi di fede di una pastora pentecostale africana; Suleyman di Mehdi e Yanis Hamnane (Francia), un ritratto commovente di amicizia e sopravvivenza in un contesto di emarginazione.

    Come da regolamento, i cortometraggi in concorso sono realizzati da registi afroeuropei o da autori europei che trattano temi e storie legate all’afrodiscendenza nel contesto europeo.

    Uno degli obiettivi del festival è quello di stimolare la produzione da parte di autori afrodiscendenti italiani, incentivandone l’emergere nel panorama cinematografico.

    Ma mentre film provenienti da altri Paesi europei evidenziano una presenza significativa di autori afrodiscendenti, capaci di distinguersi nella regia, nella sceneggiatura e nella recitazione, in Italia, la narrazione sull’afrodiscendenza è ancora prevalentemente affidata a registi italiani, che, con grande professionalità e sensibilità, raccontano le realtà afroitaliane.

    BANEL ET ADAMA

    Le proiezioni dei cortometraggi finalisti si terranno il 18 gennaio, a partire dalle ore 17:00, presso il Cinema Nuovo Eden. Saranno presenti molti dei registi e degli attori protagonisti, offrendo al pubblico l’opportunità di incontrare direttamente i creatori di queste storie.

    Talk, laboratori, eventi

    Oltre alle proiezioni, AFROBRIX FILM FESTIVAL offre un programma ricco di eventi collaterali, pensati per approfondire le tematiche dell’afrodiscendenza e stimolare il confronto.

    “Una serie di appuntamenti che ambiscono ad essere veri e propri laboratori di pensiero, spazi in cui le narrazioni si intrecciano e le prospettive divergenti non si temono, ma si abbracciano.

    Questi momenti non rappresentano solo un invito all’ascolto, ma un’esortazione a ripensare il nostro modo di abitare il mondo, dove il dialogo si configura come strumento imprescindibile per riconoscere l’altro nella sua alterità.

    AfroBrix in questa sua veste vuole ricordare come il dialogo non sia mai semplice accordo, ma un delicato equilibrio tra comprensione e differenza, una pratica attraverso cui riscopriamo il valore della complessità umana.”


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    16 Gennaio 2025 0 commentI
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