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Edizione del 02/06/2025

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Rivista Africa
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Tag:

coltan

    FOCUS

    Società europea accusata di acquistare coltan da zone di conflitto nella RDC

    di claudia 24 Aprile 2025
    Scritto da claudia

    di Céline Camoin

    Un’indagine di Global Witness accusa la società Traxys di acquistare coltan proveniente da zone di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, contrabbandato in Ruanda. L’inchiesta evidenzia il coinvolgimento del gruppo armato M23 nel commercio illegale.

    Una nuova indagine dell’organizzazione Global Witness accusa la società europea Traxys di acquistare minerali da zone di conflitto, tra cui la regione di Rubaya nel Nord Kivu. L’inchiesta dell’Ong internazionale rivela che l’azienda ha acquistato 280 tonnellate di coltan dal Ruanda nel 2024. L’analisi dei dati commerciali e la testimonianza di due contrabbandieri suggeriscono che una parte significativa del coltan acquistato da Traxys dal Ruanda sia collegata alla guerra in corso nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc).

    Secondo i dati doganali esaminati da Global Witness, Traxys è stata l’acquirente quasi esclusivo del coltan esportato dalla società ruandese African Panther Resources Limited.

    Due commercianti che importano illegalmente coltan da Rubaya hanno dichiarato a Global Witness che African Panther ha acquistato coltan di contrabbando dal Ruanda. Uno di loro ha riferito che il gruppo armato M23 ha imposto una tassa pari al 15% del prezzo di vendita.

    Nel 2024, le esportazioni di coltan di African Panther hanno raggiunto volumi senza precedenti, superando il totale dei quattro anni precedenti. Questo aumento coincide con l’escalation del conflitto nel Nord Kivu e con il crescente contrabbando di coltan proveniente da Rubaya, suggerendo che una parte rilevante delle esportazioni dell’azienda provenisse da zone di guerra nella Rdc.

    Traxys ha aumentato gli acquisti di coltan dal Ruanda nel 2023, diventando uno dei principali acquirenti nel 2024. Già alla fine del 2023, secondo esperti delle Nazioni Unite, era evidente che il coltan proveniente dalla zona di Masisi, teatro di conflitti armati, venisse contrabbandato in Ruanda e reimmesso nelle catene di approvvigionamento.

    Dall’inizio del 2024, M23 ha tratto profitto dall’estrazione del coltan a Rubaya, controllando vie di trasporto strategiche e assumendo il pieno controllo delle miniere locali, che producono circa il 15% del tantalio mondiale. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, il commercio di coltan ha generato per M23 ricavi stimati in 800.000 dollari al mese.

    Alex Kopp, attivista senior di Global Witness, ha dichiarato: “La nostra indagine suggerisce fortemente che il coltan della Rdc, proveniente da zone di conflitto e contrabbandato in Ruanda, sia entrato nell’Unione europea. L’Ue non è riuscita a implementare misure di salvaguardia efficaci e dovrebbe immediatamente sospendere il partenariato per le materie prime con il Ruanda”.

    “In quanto principali donatori, l’Ue e i suoi Stati membri hanno un’influenza significativa sul Ruanda. I valori e i principi dell’Ue impongono il congelamento degli aiuti allo sviluppo finché il Ruanda non ritirerà le sue truppe dalla Rdc e cesserà ogni supporto a M23”.

    La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha discusso con il presidente ruandese Paul Kagame un partenariato strategico per le materie prime, firmato nel febbraio 2024. Questo accordo mira a garantire all’Ue un accesso privilegiato a risorse come il tantalio derivato dal coltan, definito materia prima critica. Tuttavia, secondo Global Witness, l’Ue non ha adottato misure di sicurezza adeguate per evitare l’importazione di minerali provenienti da zone di conflitto.

    A febbraio, il Parlamento europeo ha criticato la scarsa efficacia delle misure adottate per affrontare la crisi nell’est della Rdc. La commissaria Kaja Kallas ha promesso una revisione dell’accordo sui minerali.

    Gli esperti delle Nazioni Unite riferiscono che tra maggio e ottobre 2024 almeno 120 tonnellate di coltan sono state contrabbandate ogni mese da Rubaya al Ruanda, provocando la “maggiore contaminazione delle catene di approvvigionamento minerarie” nella regione dei Grandi Laghi africani nell’ultimo decennio.

    Il tantalio, metallo derivato dal coltan, è usato nella produzione di dispositivi elettronici come telefoni cellulari, computer e componenti per veicoli elettrici. Un cellulare contiene in media 40 mg di tantalio.

    A febbraio, il gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda, ha conquistato Bukavu, capitale del Sud Kivu e città di oltre un milione di abitanti, poche settimane dopo l’occupazione di Goma, la più grande città dell’est della Rdc.

    M23 è finanziato in gran parte dallo sfruttamento del coltan nell’area di Rubaya, contrabbandato in Ruanda in grandi quantità.

    Traxys nega che il coltan esportato dal Ruanda provenga da Rubaya. Afferma di essere “fermamente impegnata a operare esclusivamente con catene di approvvigionamento responsabili da aree colpite da conflitti”. Ha fornito dettagli sulle sue procedure di due diligence, inclusi sopralluoghi, controlli di plausibilità, comunicazioni frequenti con African Panther e conoscenza dei fornitori. Tuttavia, Global Witness rileva che alcune delle aziende indicate da Traxys hanno una storia controversa nell’approvvigionamento di minerali dalla regione.

    Una delle aziende menzionate da Traxys fu citata in un rapporto Onu del 2012 per aver venduto minerali falsamente etichettati come provenienti da una miniera inattiva, mentre un’altra fu segnalata nel 2008 per aver acquistato minerali da zone di conflitto della Rdc.

    African Panther, nella sua risposta all’indagine, ha negato che coltan di contrabbando da Rubaya facesse parte della propria catena di approvvigionamento. Ha dichiarato di aver ispezionato 48 dei suoi 70 fornitori nel 2024, conducendo verifiche minerarie e valutazioni del rischio, senza però nominarne alcuno né indicare le miniere da cui si rifornisce.

    L’azienda ha attribuito le basse esportazioni tra il 2020 e il 2023 alla pandemia di Covid-19 e a limiti di capitale. Tuttavia, Global Witness sottolinea che anche prima del Covid-19 i volumi esportati erano molto inferiori rispetto al 2024. 

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