• Homepage
  • LA RIVISTA
    • CHI SIAMO
    • Per abbonarsi
    • Acquista copia singola
    • ULTIMO NUMERO (2/2025)
    • ANTEPRIMA NUOVO NUMERO (3/2025)
    • Dove trovare Africa
    • Per insegnanti e studenti
    • Interventi nelle scuole
    • Iscriviti alla newsletter
    • Coopera – inserto Ong
    • CONTATTI
  • Abbonamenti
  • VIAGGI DI AFRICA
    • PROSSIME PARTENZE
    • L’estate di Africa (evento online)
    • ALGERIA
    • Ghana, Togo e Benin
    • MADAGASCAR
    • MALAWI
    • MAURITANIA
    • Rwanda e Uganda
    • SENEGAL
    • SAO TOME
    • SUDAFRICA
    • UGANDA (GORILLA)
    • UGANDA (KARAMOJA)
    • ZAMBIA
  • EVENTI E CORSI
    • CORSI ONLINE
      • Arabo
    • Dialoghi sull’Africa
      • 2025
      • 2024
      • 2023
      • 2022
      • 2021
      • 2019
      • 2018
      • 2017
      • 2016
      • 2015
      • 2014
      • 2013
      • 2012
      • 2011
  • MOSTRE
  • shop
  • 100 afriche

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Rivista Africa
La rivista del continente vero
Tag:

congo

    CONTINENTE VERO

    L’inferno (e la lotta) delle minatrici del Kivu

    di claudia 28 Febbraio 2021
    Scritto da claudia

    La regione congolese del Kivu è già uscita dai radar dei grandi media. Ma restano i problemi di sempre. Nelle miniere d’oro le donne rappresentano la categoria più bassa e discriminata della piramide estrattiva. Passano le giornate a setacciare la terra, a spaccare pietre, a trasportare sulle spalle fardelli pesantissimi. Sono oggetto di vessazioni insistenti. Spesso per lavorare sono costrette a negoziare l’accesso ai siti offrendo prestazioni sessuali. Alcune di loro, come Émilienne e Angélique, hanno organizzato il riscatto delle loro colleghe del Kivu, e hanno assunto il ruolo di paladine dei diritti calpestati delle minatrici

    di Eleonora Vio – foto di Ines Della Valle

    Mani ruvide e callose trasportano manciate di pietre dalle profondità della terra fino all’imboccatura di una delle centinaia di cave che costellano la collina. Una donna magra e rugosa, con un lungo vestito e l’elmetto fluorescente, si affretta a dividerle. Accanto a lei, decine di colleghe con le gonne bucate e le infradito ai piedi, gettano le pietre migliori dentro ceste sfilacciate e se le caricano sulle spalle. «Le portiamo lassù, dove avviene la frantumazione», spiega Émilienne Intongwa, 60 anni, proprietaria di una piccola cava nel sito minerario di Kamituga, una delle maggiori riserve d’oro del Sud Kivu.

    Parrucca arancione calata sulla testa e ombretto viola a incorniciarne gli occhi, Émilienne è l’esempio lampante di come l’estrazione artigianale possa talvolta offrire alle donne delle opportunità di riscatto. «Le vedi queste striature bianche e nere? Indicano la presenza d’oro», spiega, aprendo la sua piccola mano ossuta. «Quando posso, pago i motociclisti perché trasportino le pietre a 12 chilometri da qui, altrimenti sono le donne a percorrere tutto il tragitto fino al luogo del concassage». In questo gigantesco formicaio che è Kamituga, uomini e bambini discendono all’alba nelle cave, spariscono nelle viscere buie della terra per estrarre i minerali. In superficie, le donne si radunano alle nove del mattino e, recuperato il materiale, si sparpagliano lungo le rive di torbidi fiumiciattoli, per verificare la natura delle pietre raccolte. A loro spettano diverse mansioni: il trasporto, il lavaggio e la selezione dei minerali.

    A colpi di martello

    Prima di scendere per il tortuoso sentiero che porta alle cave, si scorgono alcune baracche fatiscenti. Ne fuoriesce un rumore martellante. Dentro, donne magre ed esauste siedono per terra a gambe incrociate. Sono le mamas twangaises, a cui spetta il compito di frantumare i massi manualmente.

    Con pesanti martelli di legno dalla punta metallica, battono ripetutamente le pietre di quarzo, mentre il gestore del sito ne osserva compiaciuto i movimenti. Queste donne rappresentano la categoria più bassa e discriminata della piramide estrattiva. «Ogni giorno cammino due ore per venire fin qui», dice Nema Muyengo, con il sudore che le cola dalla fronte. «L’unica cosa che faccio è frantumare pietre, e non posso fare altrimenti: devo badare da sola alla mia famiglia. A volte neppure mi pagano». Spesso le mamas twangaises sono costrette a negoziare l’accesso ai siti offrendo prestazioni sessuali e, persino in quel caso, il compenso (che non supera mai i 3 euro al giorno) è garantito solo se le pietre contengono oro. Come non bastasse, il quarzo è tossico e a decine le donne vengono ricoverate ogni mese per tubercolosi.

    Un’eroina

    Émilienne è famosa non solo per essere stata la prima minatrice e proprietaria di una cava a Kamituga, ma soprattutto per aver assunto il ruolo di paladina dei diritti calpestati delle minatrici. Le difficoltà che ha dovuto affrontare nella vita le sono servite di lezione. «Mio marito è stato rapito nel 1996, durante la prima guerra congolese, e non ho più saputo nulla di lui – racconta con sguardo imperscrutabile –. Siccome fino a quel momento lavoravo nei campi, che sono passati nelle mani dalle milizie, mi sono dovuta reinventare». È allora cominciata la sua carriera nel settore minerario: «Era la prima volta che gli uomini vedevano una donna al lavoro nei siti e cominciarono dapprima a darmi dell’ermafrodita, e poi ad accusarmi di essere una strega» (quindi con il rischio di essere arsa viva). «Per avere la protezione dei capi locali – spiega con il suo solito tono di voce placido – ho contratto molti debiti». Anche il lavoro in sé si dimostrò tutt’altro che semplice. «Finché non ho raggiunto accordi solidi con i minatori, venivo derubata di continuo. E anche le mie collaboratrici erano oggetto di vessazioni insistenti. Tante hanno avuto maternità indesiderate… Per questo ho creato Comifem, un’associazione di sole donne, che si occupa dei nostri diritti legali, riproduttivi e lavorativi».

    L’unione fa la forza

    I congolesi sono abituati a creare network e associazioni su base etnica o religiosa, ma le donne del settore minerario ne sono spesso escluse, perché costrette a trascorrere gran parte del tempo nei siti. Potendo contare su un’agenda pensata per loro, Comifem consente alle donne di trovare il tempo sia per lavorare sia per socializzare con le compagne. «Se un minatore abusa di una di noi, noi copriamo le spese mediche. E cerchiamo di portare il caso in tribunale – spiega Émilienne con aria fiera –. A volte siamo riuscite persino a incastrare il colpevole».

    Oltre al suo lavoro “sporco”, che continua a svolgere con incredibile tenacia, da piccola imprenditrice qual è Émilienne non smette di puntare in alto. Le ci sono voluti oltre dieci anni per raccogliere la somma necessaria ma, finalmente, è arrivato per lei il momento di costituire la prima cooperativa femminile della provincia. «Un giorno il settore artigianale sarà regolato dalla legge. E le donne, riunite in cooperativa, potranno far valere i loro diritti: estrarranno e venderanno minerali allo stesso prezzo e con gli stessi benefici degli uomini», spiega, riferendosi a come il sistema sia oggi ancora fortemente discriminatorio. «Quel che sto facendo è l’inizio di una piccola rivoluzione».

    Su la testa

    A 450 chilometri di distanza, nel Nord Kivu, c’è chi si è spinta oltre. Come Angélique Nyirasafari che, in soli quattro anni, è diventata una delle commercianti più in vista della regione. Sfrontata ed elegante, Angélique è la seconda di otto figlie. «Alle mie sorelle interessava solo sposarsi e avere figli. Io sono l’eccezione – dice in uno dei pochi momenti di calma della giornata –. Non volevo accasarmi prima di finire gli studi e mio padre mi ha supportato». Fino al 2015 lavorava nel settore umanitario. Poi, con i risparmi si è messa prima a comperare minerali da piccoli commercianti e a rivenderli a Goma, il capoluogo della provincia, quindi a trattare direttamente con i minatori nei siti. Invece di pensare solo a sé, da quando è entrata nel settore minerario Angélique combatte per migliorare gli standard di vita anche delle altre donne.

    L’idea di mobilitarsi le è venuta durante la prima Conferenza nazionale sulle donne nelle miniere, tenutasi a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, nel 2015, e organizzata dalla Banca Mondiale con il governo congolese. È in quell’occasione che oltre 150 lavoratrici del settore estrattivo – dalle piccole minatrici alle grandi commercianti, passando per le attiviste e le lavoratrici statali – hanno gettato le basi per la nascita del primo sindacato femminile, il “Network nazionale di donne nelle miniere”.

    Una strada lunga

    Sempre lì, Angélique ha deciso di creare “Dinamica per le donne nel settore minerario”, una cooperativa impegnata nella difesa delle minatrici di Masisi, un territorio ricco di coltan e cassiterite, metalli preziosi alla base dell’industria elettronica globale. «Quando nella nostra società una donna ha delle qualità, le persone la offendono chiamandola “transessuale” – intona Angélique di fronte a un gruppo di socie della cooperativa –. Cercheranno di costruire stereotipi su di voi, ma io sono la prova vivente che le cose possono cambiare».

    Da madre di sei figli e imprenditrice rispettata, Angélique è un modello da seguire. «Sono fiera di voi, perché da umili minatrici, mettendo da parte pochi soldi per volta, vi siete costruite una vostra indipendenza». Per quanto le associazioni minerarie siano strumenti importanti per la crescita delle donne, il viaggio che le minatrici congolesi devono compiere per ottenere la piena emancipazione all’interno del settore è ancora lungo, e non può prescindere dalle istituzioni. «Il nostro Paese è una giungla dove impunità, cattiva amministrazione e ingiustizia sono dappertutto – sostiene Angélique, con lo sguardo severo –. Il rispetto qui si compra e, chi, come gran parte delle donne, non ha i soldi, non viene ascoltato».

    (Eleonora Vio – foto di Ines Della Valle)

    Questo articolo è stato pubblicato sul numero 4/2020 per acquistare una copia della rivista visita l’e-shop

    Condividi
    28 Febbraio 2021 0 commentI
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • CONTINENTE VERO

    “La luce del Kivu che ha stregato me e Luca”

    di Marco Trovato 24 Febbraio 2021
    24 Febbraio 2021

    L’agguato mortale contro il convoglio del Pam, avvenuto lunedì 22 febbraio, ha portato le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo sotto i riflettori dei grandi media. Ora sono già …

    2 FacebookTwitterPinterestEmail
  • AFRICA TV - VIDEONEWS

    Il dramma del Kivu nelle parole e negli scatti di Marco Gualazzini

    di Marco Trovato 23 Febbraio 2021
    23 Febbraio 2021

    “Nel punto in cui è avvenuto l’agguato di ieri c’erano già stati sequestri da parte di gruppi armati”. Marco Gualazzini, tra i più acclamati fotoreporter del panorama internazionale, profondo conoscitore …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • FOCUS

    Congo: certezze e dubbi da sciogliere sull’agguato mortale

    di Marco Trovato 23 Febbraio 2021
    23 Febbraio 2021

    Nella dinamica che ieri ha portato alla morte dell’ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci, e del loro autista congolese Mustapha Milambo, ci sono alcuni elementi da …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Attacco in Congo: la ricostruzione e i probabili responsabili

    di Marco Trovato 22 Febbraio 2021
    22 Febbraio 2021

    “I membri del convoglio, sette persone compreso l’ambasciatore Luca Attanasio, sono stati prima portati nella boscaglia dagli assalitori che hanno parlato in kinyarwanda, prima di essere uccisi dagli stessi assalitori, …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Attacco in Congo: la commozione del missionario amico dell’ambasciatore

    di Marco Trovato 22 Febbraio 2021
    22 Febbraio 2021

    “Un grande amico e molto, molto aperto ai problemi sociali. Molte volte era venuto a visitare il gruppo degli enfants de la rue, dei ragazzi di strada che noi gestiamo …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    RD Congo, uccisi in un attacco l’ambasciatore italiano e un carabiniere

    di Marco Trovato 22 Febbraio 2021
    22 Febbraio 2021

    BREAKING NEWS – L’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, nella foto, è morto in seguito alle ferite riportate in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Oms intensifica sforzi contro ebola

    di Marco Trovato 20 Febbraio 2021
    20 Febbraio 2021

    L’Oms intensifica gli sforzi per frenare i focolai di ebola in Guinea e nella Repubblica Democratica del Congo. L’Organizzazione mondiale della sanità, in particolare, sta schierando team di esperti per …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • CONTINENTE VERONEWS

    Lockdown alla congolese

    di Marco Trovato 31 Gennaio 2021
    31 Gennaio 2021

    Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), i casi di contagio e i decessi dovuti al Coronavirus sono pochi. Le attività economiche, sociali e commerciali proseguono nella normalità. Il presidente ha …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • AFRICA TV - VIDEOGLOBAL AFRICA - Mario GiroNEWSStoria

    Mobutu, il “Cesare Nero”, raccontato da Mario Giro

    di Marco Trovato 24 Gennaio 2021
    24 Gennaio 2021

    Lo Zaire di Mobutu, citato spesso per la ferocia del suo padre-padrone, ha incarnato anche i sogni di riscatto di milioni di africani.

    1 FacebookTwitterPinterestEmail
  • FOCUSNATURA

    Patrick, il ranger amico dei gorilla

    di Marco Trovato 19 Gennaio 2021
    19 Gennaio 2021

    Dal Parco dei Virunga, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, la guardia forestale Patrick Sadiki Karabaranga pubblica ogni giorno sul suo profilo Instagram dei “selfie” molto particolari: sono scattati in …

    1 FacebookTwitterPinterestEmail
  • CulturaFOCUS

    L’Africa avvincente di John le Carré

    di Marco Trovato 14 Dicembre 2020
    14 Dicembre 2020

    Il mondo della letteratura perde un grande narratore, John le Carré, diventato famoso con “La spia che venne dal freddo”. Lui stesso spia al servizio della Corona britannica, poi diplomatico, …

    1 FacebookTwitterPinterestEmail
  • CulturaNEWS

    Rumba congolese, un patrimonio da valorizzare

    di Celine Camoin 26 Ottobre 2020
    26 Ottobre 2020

    La rumba congolese deve diventare patrimonio culturale e immateriale dell’umanità. Ne sono convinti i fautori della campagna per l’iscrizione dello stile musicale nella lista dell’Unesco, ravvivata dal documentario presentato in …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • CulturaSOCIETÀ

    Belgio, viaggio nel Museo reale dell’Africa Centrale

    di AFRICA 25 Ottobre 2020
    25 Ottobre 2020
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • NEWS

    Il macabro caso del dente di Lumumba

    di AFRICA 10 Settembre 2020
    10 Settembre 2020
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • …
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • …
  • 10

Africa Rivista

Via Fabio Massimo, 19 – 20139 Milano
Tel. 02.80898696
Cell. 375.5353235
Fax 06.92933897
Email: info@africarivista.it
Abbonamenti: segreteria@africarivista.it

Per abbonarsi alla rivista

Online


Bonifico Bancario
IBAN:  IT 65 H030 3203 2100 1000 0291 446
Intestato a Internationalia s.r.l.
SWIFT/BIC: BACRIT21302


Conto Corrente Postale
CCP n° 1049863846 – Intestato a Internationalia srl, Via Conca d’Oro, 206 – 00141 Roma 

Argomenti

ISCRIVITI ORA

ULTIMI ARTICOLI

  • Rd Congo: drammatica la crisi nell’est, le testimonianze dei missionari

    26 Maggio 2025
  • L’alcol ugandese farà il giro del mondo

    26 Maggio 2025
  • Nigeria, Dangote vuole esportare polipropilene fuori dall’Africa

    26 Maggio 2025
  • Kenya, propaganda 2.0: come il potere risponde alla Gen Z

    25 Maggio 2025
  • Il libro della settimana: L’insieme delle parti 

    25 Maggio 2025
  • CHI SIAMO
  • PER ABBONARSI
  • VIAGGI DI AFRICA
  • CONTATTI
  • PUBBLICITA’ SU AFRICA
  • PRIVACY
  • INFORMATIVA

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Accetto Gestione consensi Leggi tutto
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessari
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non necessari
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA