di Céline Camoin
Volta pagina, ma il libro rimane lo stesso sulla scena politico togolese, dotata di una muova Costituzione che ha cambiato il regime presidenziale in regime parlamentare. Ufficialmente, Faure Gnassingbé non è più il presidente della Repubblica ma diventa primo ministro, un nuovo ruolo chiave che gli conferisce tutte le prerogative esecutive.
Alla guida dello Stato, con un ruolo più onorifico che attivo, è stato eletto dal parlamento Jean-Lucien Kwassi Savi de Tové (foto di apertura), 86 anni. Unico candidato proposto dall’Unione per la Repubblica (Unir) di Gnassingbé, è stato eletto all’unanimità questo sabato dai 150 membri del congresso, che riunisce deputati e senatori. Diventa primo presidente della Quinta Repubblica del Togo.
Con il titolo di “Presidente del Consiglio dei ministri”, Faure Gbassingbé resta il vero detentore del potere esecutivo. La nuova Costituzione è stata adottata nell’aprile 2024 nonostante le proteste dell’opposizione.
I leader della minoranza hanno denunciato una parodia politica. “L’Alleanza Nazionale per il Cambiamento si rifiuta di imbarcarsi in questa farsa. Rifiutiamo categoricamente ciò che sta accadendo”, ha affermato il presidente del partito, Jean Pierre Fabre, ribadendo il suo rifiuto della nuova Costituzione che istituisce la Quinta Repubblica.
La Dinamica per la maggioranza del popolo (Dmp), guidata da Brigitte Adjamagbo-Johnson, denuncia un “colpo di forza” e accusa il regime di voler instaurare una monarchia di fatto. Per lei, gli eventi del 3 maggio segnano “una svolta pericolosa” per il Paese. La Dmp condanna fermamente i parlamentari e i membri della Corte costituzionale che hanno preso parte al processo: “Saranno ritenuti responsabili davanti alla storia per aver tradito la sovranità del popolo togolese”.
L’opposizione chiede ora una mobilitazione cittadina su larga scala e chiede alla comunità internazionale di reagire, come fece nel 2005 – anno di successione tra il defunto padre Eyadema e il figlio – a quella che considera una deriva autoritaria.
Jean-Lucien Savi de Tové ha una lunga carriera politica, ricorda Jeune Afrique. Ha conseguito lauree in scienze politiche ed economia presso le università di Bordeaux, Francia, e Napoli. Acquistò notorietà dopo il colpo di Stato del gennaio 1967, quando fu nominato Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri. Nel 1979 venne accusato di tentato colpo di stato, imprigionato e condannato a dieci anni di carcere.

Rilasciato dopo la legalizzazione del multipartitismo, fondò il Partito dei Democratici per l’Unità (Pdu) e divenne un personaggio chiave dell’opposizione togolese sotto Gnassingbé Eyadema. Nel 1999 il Pdu si fuse con altri tre partiti per creare la Convergenza Patriottica Panafricana (Cpp), di cui divenne il primo vicepresidente. Nel giugno 2005, dopo l’ascesa al potere di Faure Essozimna Gnassingbé, Savi de Tové venne nominato ministro del Commercio, dell’Industria e dell’Artigianato nel governo di Edem Kodjo.
Ha mantenuto questa carica nel governo di Yawovi Agboyibo fino al dicembre 2007 e poi, nel maggio 2009, è stato nominato presidente del Quadro permanente per il dialogo e la consultazione. Sotto la sua presidenza, il Quadro ha promosso riforme come la distribuzione equa dei seggi nella Commissione elettorale nazionale indipendente tra la maggioranza parlamentare e l’opposizione, nonché l’inclusione di rappresentanti dell’opposizione extraparlamentare e della società civile.
Savi de Tové è stato eletto il 3 maggio per un mandato di quattro anni, rinnovabile una volta. Non ha alcun potere esecutivo o decisionale ed è ridotto a un ruolo principalmente simbolico, incarnando l’unità nazionale, “il rispetto della Costituzione e la continuità dello Stato”. Mantiene alcune prerogative, come l’accreditamento degli ambasciatori, l’accoglienza dei diplomatici stranieri e il diritto di graziare le persone. Questi atti devono essere controfirmati dal presidente del Consiglio.