di Céline Camoin
Zola Ferreira Bambi, avvocato angolano e attivista per i diritti umani, ha ricevuto il premio Lawyers for Lawyers 2025 ad Amsterdam per il suo coraggioso impegno nella difesa delle vittime della repressione di Cafunfo, dove oltre 100 manifestanti furono uccisi nel 2021. Fondatore dell’Osservatorio sulla coesione sociale e la giustizia, Bambi è una delle poche voci libere in Angola a portare in tribunale i responsabili di gravi abusi.
Una delle sue più grandi battaglie è ottenere giustizia per le vittime della violenta repressione di manifestazioni a Cafunfo, nel gennaio 2021, da parte della polizia e dei militari angolani. In merito a queste presunte uccisioni di Stato, il legale non ha esitato a sporgere denuncia contro l’allora ministro degli Interni, Eugénio Laborinho. La causa è ancora pendente, ma intanto il ministro è stato destituito.
L’avvocato e difensore dei diritti umani angolano Zola Ferreira Bambi ha appena ricevuto, ad Amsterdam (Paesi Bassi), il premio Lawyers for Lawyers 2025. Presidente dell’Osservatorio sulla coesione sociale e la giustizia, Zola Ferreira Bambi è uno dei rari legali specializzati nella difesa dei diritti umani in Angola, nonché uno dei pochi attivisti presenti nel Paese a non essersi mai fatto corrompere o mettere a tacere dai detentori del potere.
Incontrato a marzo a Luanda dall’inviata di Infoafrica, Zola Bambi non sapeva ancora che avrebbe ricevuto il prestigioso premio di Lawyers for Lawyers, un’organizzazione che sostiene gli avvocati sottoposti a rischi e difende l’indipendenza della professione forense. Zola è stato intimidito più volte, sequestrato dagli agenti di sicurezza dello Stato, e la sua famiglia teme ogni giorno per la sua incolumità. Ma l’attivista non torna indietro dalla strada ormai intrapresa: quella della lotta contro la giustizia arbitraria in Angola, contro gli abusi di potere e le violazioni dei diritti umani.
Originario di una famiglia da sempre legata alla politica – suo bisnonno era un capo tradizionale, suo padre impegnato nella lotta per l’indipendenza dalla colonizzazione portoghese – Zola Bambi è cresciuto a Cuba e ha proseguito gli studi superiori in Francia. Tornato in Angola, ha ricevuto un incarico presso il Consiglio provinciale di Luanda, ma si è presto reso conto che chi sta al potere – il partito Mpla, alla guida del Paese ininterrottamente dal 1975 – non accetta voci dissidenti. “Ho deciso di andare via, anche al costo di rinunciare a un privilegio e di avere una vita difficile all’estero. Qualche anno dopo sono tornato in Angola, sentendo discorsi di mano tesa e di invito a tutti a partecipare allo sviluppo del Paese. Questa è democrazia”. Ma più che democrazia, Zola Bambi ha trovato corruzione. Accanto a lui hanno militato attivisti come l’avvocato David Mendes, poi entrato in politica, e Rafael Marques, noto attivista anticorruzione, con il quale è tuttora molto legato.
Denunciare è una cosa, ma portare vicende in tribunale è un altro paio di maniche, ed è in questo che Zola Bambi fa la differenza. La sua organizzazione è l’unica associazione indipendente ad aver condotto un’indagine approfondita sui fatti di Cafunfo, nella provincia di Lunda Norte, a 750 km da Luanda. Il rapporto finale deve ancora essere consegnato, ma denuncia un bilancio di oltre 100 morti, ben superiore a quello ufficiale e a quanto riferito nelle prime ore dopo la repressione di una manifestazione di abitanti locali che rivendicavano i propri diritti: più scuole, più sanità, migliori condizioni di vita in una regione ricca di risorse diamantifere. Una manifestazione pacifica, con cartelli e striscioni, afferma Bambi. Ma le autorità hanno sostenuto che si trattava di una ribellione, di un tentativo di dividere il Paese, di un’insurrezione. Un’indagine ufficiale ha portato al processo di 13 persone, tra cui 4 congolesi, e Zola ha rappresentato alcuni di loro. Quasi tutti sono stati assolti, “a dimostrazione che le accuse erano fondate su menzogne”, commenta l’avvocato.
Dietro questo episodio, sul quale tutta la luce deve ancora essere fatta, si celano problematiche e connivenze legate all’espropriazione di terre, allo sfruttamento dei diamanti – affari lucrativi, ma non sempre puliti – e a traffici illegali di vario genere, dal carburante alla droga. Per uscire da queste pratiche, che non giovano all’Angola né al suo popolo, serve una giustizia che funzioni: imparziale, equa e non assoggettata ai politici. Una sfida per Zola Bambi e la sua organizzazione.