• Homepage
  • LA RIVISTA
    • CHI SIAMO
    • Per abbonarsi
    • Acquista copia singola
    • ULTIMO NUMERO (2/2025)
    • ANTEPRIMA NUOVO NUMERO (3/2025)
    • Dove trovare Africa
    • Per insegnanti e studenti
    • Interventi nelle scuole
    • Iscriviti alla newsletter
    • Coopera – inserto Ong
    • CONTATTI
  • Abbonamenti
  • VIAGGI DI AFRICA
    • PROSSIME PARTENZE
    • L’estate di Africa (evento online)
    • ALGERIA
    • Ghana, Togo e Benin
    • MADAGASCAR
    • MALAWI
    • MAURITANIA
    • Rwanda e Uganda
    • SENEGAL
    • SAO TOME
    • SUDAFRICA
    • UGANDA (GORILLA)
    • UGANDA (KARAMOJA)
    • ZAMBIA
  • EVENTI E CORSI
    • CORSI ONLINE
      • Arabo
    • Dialoghi sull’Africa
      • 2025
      • 2024
      • 2023
      • 2022
      • 2021
      • 2019
      • 2018
      • 2017
      • 2016
      • 2015
      • 2014
      • 2013
      • 2012
      • 2011
  • MOSTRE
  • shop
  • 100 afriche

Edizione del 02/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Rivista Africa
La rivista del continente vero
Tag:

lago retba

    lago rosa
    CONTINENTE VERONATURA

    Il futuro poco rosa del lago

    di claudia 31 Agosto 2024
    Scritto da claudia

    di Stefania Ragusa

    Uno dei gioielli – turistico ma anche economico – del Senegal rischia di perdere il suo fascino. L’attenzione all’ambiente non è il forte di quasi nessun governo al mondo, a quanto pare. Uno sconsiderato, per quanto motivato, piano per difendere Dakar dalle inondazioni rischia di uccidere il Lago Retba. A rischio il turismo, ma anche l’estrazione del sale. Anche se c’è ancora una mezza speranza.

    È una delle attrazioni turistiche più rinomate del Senegal e, fino al 2007, è stato il punto d’arrivo del leggendario rally motociclistico Paris-Dakar. La laguna salata Retba, a una manciata di chilometri dall’oceano e a una trentina dalla capitale, è meglio conosciuta come Lac Rose (Lago Rosa). Il soprannome si deve alla colorazione che, per effetto dei pigmenti rilasciati da un’alga (la Dunaliella salina) in risposta ai raggi solari, le sue acque assumono in determinati momenti della giornata. Le membrane cellulari di questa alga contengono pigmenti responsabili delle colorazioni rosso-rosacee (l’intensità cambia in base alla quantità di luce, nei giorni nuvolosi rispecchia il grigio del cielo). Dallo scorso inverno, tuttavia, il lago ha mutato colore: il rosa cangiante ha ceduto il passo a un verde incerto, opaco e poco attraente. Negli ultimi mesi oscilla tra il marrone e l’arancione. E non è stato l’unico cambiamento: il livello delle acque è salito, passando da tre a sei metri e allagando i negozi e le strutture affacciate sulla spiaggia; il grado di salinità, uno dei più alti al mondo (350 gr/litro), è invece drasticamente calato, rendendo impossibile la coltura del sale come praticata fino ad ora.

    Un piano sciagurato

    I fenomeni, chiaramente correlati, sono una conseguenza dell’applicazione di un piano Orsec (l’equivalente della Protezione civile), varato dal governo senegalese con le migliori intenzioni ma di certo con scarsa lungimiranza. Per fronteggiare le inondazioni stagionali, Orsec ha disposto che le acque reflue dei comuni limitrofi (Keur Massar, Bambilor, Sangalkam…), venissero riversate nel Retba, alterando così tutto l’ecosistema e mettendo a serio rischio le attività che trainavano l’economia della zona: il turismo e l’estrazione del sale.

    Sale a rischio

    Il lago Rosa, infatti, è una preziosa riserva di sale: la sua concentrazione salina supera – come nel mar Rosso – i 300 grammi per litro (contro i 35 grammi dell’acqua di mare). L’alta densità di salgemma impedisce al lago di prosciugarsi attenuando l’effetto dell’evaporazione, ma permette anche a molte persone di lavorare e guadagnare con la raccolta del sale. Gli uomini, dopo essersi spalmati il corpo con il burro di karité per evitare la disidratazione, si immergono nell’acqua fino alle ascelle per prelevare i pezzi di sale dalla crosta sul fondo. I blocchi vengono quindi caricati sulle piroghe, portati a riva e trasportati con dei secchi dalle donne sulla spiaggia. Qui il sale grezzo e scuro viene ammassato in collinette e lasciato al sole per qualche giorno affinché diventi bianco.

    In passato, nei mesi che vanno da maggio a luglio, ossia durante la stagione del sale, si potevano contare fino a duemila racleurs de sel, raschiasale, al lavoro contemporaneamente. Per prima cosa si doveva rompere, con l’aiuto di un lungo bastone, la crosta di sale stratificata sul fondo del lago; poi ci si immergeva per riempire il setaccio. A ogni “viaggio” il carico era in media di una trentina di chili, che venivano scaricati su una barchetta. In nove ore i più bravi portavano a riva anche tre tonnellate di sale. In un anno, è stato calcolato, il raccolto poteva arrivare a 60.000 tonnellate. Un lavoro massacrante, quello dei racleurs, che non a caso i senegalesi avevano smesso di fare, cedendo oneri e qualche onore – per esempio una paga media di 450 euro al mese, relativamente alta per gli standard locali – agli immigrati del Mali e della Guinea. Ma, con una profondità del lago praticamente raddoppiata, diventa quasi impossibile andare a raschiare il sale dal fondo. E infatti di racleurs, sulle rive del Retba, stanno sparendo, o quasi. A rischiare di perdere il lavoro, però, non sono solo loro. Tutti i lavoratori coinvolti nel confezionamento e nella commercializzazione del sale hanno subito pesanti contraccolpi, per non parlare delle donne che collaboravano alla raccolta senza immergersi, fornendo i setacci e svuotandoli.

    Custodi irriducibili

    Assane M., 24 anni, originario di Conakry, è uno dei pochi che non si è ancora deciso ad andare via. Resiste sulle rive del lago. Aveva lasciato la sua famiglia con l’idea di fare questo lavoro per qualche anno, il tempo di mettere da parte abbastanza denaro per aprire una sua attività in Guinea. È rimasto disoccupato quand’era ancora a metà dell’opera. Adesso, in mancanza di sale, raccoglie gusci di crostacei con una specie di sarchio a denti stretti. Serviranno a preparare un integratore alimentare per i polli e a raccattare qualche soldo. Anche questa è una pratica che non giova al terreno, ma, di fronte ai danni prodotti dalla canalizzazione delle acque reflue verso il lago, appare quasi una piccola cosa.

    In realtà potrebbe essere stata proprio la somma di tante piccole cose ad aver reso irreversibile la crisi del Retba. Una crisi cominciata prima di Orsec, quando ancora la bellezza del lago non era stata messa in discussione, mi spiega Seni C., giovane attivista dell’associazione Aarr Lac Rose, che in lingua wolof vuol dire “Salviamo il Lago Rosa”. «La speculazione edilizia che interessa tutta la zona circostante ha suggerito l’opportunità di prosciugare diversi stagni della laguna e di progettare nuovi scarichi nel lago», racconta. «Il delicato equilibro tra acqua salata e acqua dolce, indispensabile per preservare l’ecosistema, ha cominciato a essere messo in forse. Da diversi studi era emersa la necessità di agire in altro modo, ma chi governa non ascolta gli scienziati. Le ultime decisioni hanno fatto precipitare una situazione già precaria e nota».

    Foto di Christian Bobst

    Lotta contro il tempo

    Di recente il ministro senegalese delle Acque e dell’Agricoltura, Serigne Mbaye Thiam, ha annunciato la costruzione di sette bacini di ritenzione, proprio allo scopo di ridurre la quantità di liquidi reflui in ingresso nel Lac Rose e tentare di ripristinare l’ecosistema originario. Il governo ha istituito anche un comitato di sviluppo regionale dedicato alla salvaguardia dell’ecosistema del Retba.

    I locali però non si fanno illusioni. «Il lago è minacciato, bisogna agire in fretta per salvare l’ecosistema e i posti di lavoro», mi dice la proprietaria di un albergo non lontano dalla riva. «La mia struttura per fortuna non è stata inghiottita dall’acqua, ma se non verrà salvato il lago i visitatori spariranno». La venditrice di collanine che siede vicino a lei mi mostra un cestino pieno di bim bim, le cinture di microperline che le donne senegalesi indossano sotto i vestiti per aumentare l’appeal erotico. «Gli affari non vanno bene, spero tornino in fretta le acque rosa, e con esse i turisti». Secondo diversi ambientalisti, però, la battaglia non è persa. Bisognerebbe avere il coraggio di fare di questa laguna un’area protetta, com’è accaduto in passato con quella di Somone, al confine tra Ngaparou e Saly. Bisognerebbe cominciare a dare ascolto a quel che dicono gli scienziati.

    Questo articolo è uscito sul numero 3/2024 della rivista Africa. Clicca qui per acquistare una copia.

    Condividi
    31 Agosto 2024 0 commentI
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • LO SCATTO

    Senegal, Lago Retba

    di claudia 20 Giugno 2024
    20 Giugno 2024

    L’attenzione all’ambiente non è il forte di quasi nessun governo al mondo, a quanto pare. Uno sconsiderato, per quanto motivato, piano per difendere Dakar dalle inondazioni rischia di uccidere il …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail

Africa Rivista

Via Fabio Massimo, 19 – 20139 Milano
Tel. 02.80898696
Cell. 375.5353235
Fax 06.92933897
Email: info@africarivista.it
Abbonamenti: segreteria@africarivista.it

Per abbonarsi alla rivista

Online


Bonifico Bancario
IBAN:  IT 65 H030 3203 2100 1000 0291 446
Intestato a Internationalia s.r.l.
SWIFT/BIC: BACRIT21302


Conto Corrente Postale
CCP n° 1049863846 – Intestato a Internationalia srl, Via Conca d’Oro, 206 – 00141 Roma 

Argomenti

ISCRIVITI ORA

ULTIMI ARTICOLI

  • Rd Congo: drammatica la crisi nell’est, le testimonianze dei missionari

    26 Maggio 2025
  • L’alcol ugandese farà il giro del mondo

    26 Maggio 2025
  • Nigeria, Dangote vuole esportare polipropilene fuori dall’Africa

    26 Maggio 2025
  • Kenya, propaganda 2.0: come il potere risponde alla Gen Z

    25 Maggio 2025
  • Il libro della settimana: L’insieme delle parti 

    25 Maggio 2025
  • CHI SIAMO
  • PER ABBONARSI
  • VIAGGI DI AFRICA
  • CONTATTI
  • PUBBLICITA’ SU AFRICA
  • PRIVACY
  • INFORMATIVA

Edizione del 02/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Accetto Gestione consensi Leggi tutto
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessari
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non necessari
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA