• Homepage
  • LA RIVISTA
    • CHI SIAMO
    • Per abbonarsi
    • Acquista copia singola
    • ULTIMO NUMERO (2/2025)
    • ANTEPRIMA NUOVO NUMERO (3/2025)
    • Dove trovare Africa
    • Per insegnanti e studenti
    • Interventi nelle scuole
    • Iscriviti alla newsletter
    • Coopera – inserto Ong
    • CONTATTI
  • Abbonamenti
  • VIAGGI DI AFRICA
    • PROSSIME PARTENZE
    • L’estate di Africa (evento online)
    • ALGERIA
    • Ghana, Togo e Benin
    • MADAGASCAR
    • MALAWI
    • MAURITANIA
    • Rwanda e Uganda
    • SENEGAL
    • SAO TOME
    • SUDAFRICA
    • UGANDA (GORILLA)
    • UGANDA (KARAMOJA)
    • ZAMBIA
  • EVENTI E CORSI
    • CORSI ONLINE
      • Arabo
    • Dialoghi sull’Africa
      • 2025
      • 2024
      • 2023
      • 2022
      • 2021
      • 2019
      • 2018
      • 2017
      • 2016
      • 2015
      • 2014
      • 2013
      • 2012
      • 2011
  • MOSTRE
  • shop
  • 100 afriche

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Rivista Africa
La rivista del continente vero
Tag:

matatu

    CONTINENTE VEROEditoriale

    Nel regno dei matatu

    di claudia 9 Ottobre 2022
    Scritto da claudia

    Viaggio nel colorato e vibrante mondo dei pulmini di Nairobi. Sono i più popolari e iconici mezzi di trasporto del Kenya. Anarchici e irriverenti, originali e giovanili, hanno saputo reinventarsi e modernizzarsi, per restare al passo coi tempi e rispondere alle minacce di chi avrebbe voluti fermarli. Ora che hanno passato indenni la prova più dura, la pandemia, sono tornati ad animare le strade

    di Marco Trovato – foto di Christian Bobst

    La prima volta che a Nairobi salii su un matatu ebbi l’impressione di infilarmi in una scatola di latta con quattro ruote; l’ultima volta che è accaduto mi è sembrato di entrare in una navicella spaziale. Nell’arco di trent’anni – quello della mia esperienza – questi popolari mezzi di trasporto (paragonabili per certi versi ai dala-dala della Tanzania, agli ndiaga ndiaye del Senegal o ai tro tro del Ghana) si sono trasformati, rinnovati e hanno così saputo imporsi come signori assoluti delle strade keniane.

    Matatu è parola swahili che significa “tre”: come la quantità di monete (centesimi di scellino) che costava una corsa a metà anni Settanta, quando i primi minibus privati fecero la loro comparsa sulle strade della capitale. Oggi il prezzo del biglietto varia a seconda della tratta, benché resti saldamente il più economico per spostarsi in una metropoli grande quattro volte Milano e abitata da quattro milioni e mezzo di abitanti. A differenza del passato, e da ormai parecchi anni, non è più necessario pagare in contanti. Basta un tap con il cellulare: un’apposita app permette di acquistare il ticket o l’abbonamento. Non è l’unica novità, ma dà il senso della capacità dei matatu, o meglio dei loro gestori, di stare al passo coi tempi.

    La gente sopportava

    In principio erano taxi collettivi senza itinerario prestabilito; i passeggeri salivano al volo sul mezzo che transitava sulla strada e rallentava di tanto in tanto per fare scendere qualcuno. Bastava posizionarsi ai lati della carreggiata, nella direzione desiderata, e in pochi minuti si veniva raccattati dal primo pulmino di passaggio.

    All’inizio degli anni Novanta, i matatu avevano una pessima fama. Si diceva fossero gestiti dalla malavita e che fossero pericolosi. In effetti per lungo tempo la loro caotica attività nel traffico cittadino è sfuggita a qualsiasi tentativo di controllo e di regolazione. Non c’erano limiti di capienza. I ragazzi addetti alla vendita dei biglietti stipavano i pulmini all’inverosimile. Si finiva pigiati l’uno sull’altro. Una manna per i borseggiatori. Ricordo ancora la calca tra lamiere roventi, vetri crepati, il caldo soffocante dell’abitacolo, i miasmi che aleggiavano. In caso di incidente si rischiava la strage. I passeggeri avevano volti rassegnati. Mai visto manifestare insofferenza o mai sentita una voce di protesta. La gente sopportava. I pulmini sbuffavano nubi velenose mentre i conducenti usavano i clacson per farsi strada, ignorando i freni e le precedenze, facendo lo slalom tra gli ostacoli. Vigeva la legge del più forte. Gli autisti si guadagnavano spazio a sportellate, le carrozzerie erano perennemente ammaccate. I poliziotti corrotti, al soldo dei proprietari dei matatu, lasciavano correre.

    matatu

    L’arte di rinnovarsi

    Poco più di un decennio fa, il governo di Nairobi ha tentato di porre un freno all’anarchia sulle strade, spingendosi a dichiarare i matatu “fuorilegge” per motivi di sicurezza. Il divieto è durato poco… Forse per le manifestazioni di protesta che agitavano le piazze, forse per gli interessi occulti di politici influenti coinvolti nel business dei pulmini. Di certo finora tutti i tentativi di regolamentare il sistema di trasporti pubblici sono miseramente naufragati. I diecimila matatu del Kenya rappresentano una potente lobby, ma è anche vero che i minibus godono di ampio sostegno popolare: la gente li prende ogni giorno, costano poco, non potrebbe farne a meno. E poi attorno ai matatu gravita una florida economia informale – fatta di piccoli commerci di strada e di venditori ambulanti che smerciano di tutto ai passeggeri alle fermate – che crea migliaia di posti di lavoro (che si sommano naturalmente a quelli di autisti, controllori, venditori di biglietti, meccanici…). A ben guardare, i matatu sono ormai un’istituzione, fanno parte dell’arredo urbano e, come le città che attraversano, in questi anni hanno saputo reinventarsi e modernizzarsi.

    Oggi i mezzi sono attrezzati di ogni comfort: dall’aria condizionata al wi-fi. Il loro look si è fatto più smart e colorato. Se motori e telai continuano a essere recuperati di seconda mano e assemblati in qualche officina, le carrozzerie sono ravvivate e personalizzate da abilissimi writers capaci di dipingere sulle carrozzerie, con le loro bombolette spray, decorazioni che non possono passare inosservate (non è un caso che oggi i pulmini siano conosciuti anche come di manyanga, “bella ragazza” in kiswahili). Protagonisti delle loro creazioni sono star del cinema, musicisti, giocatori di calcio, a volte personaggi fantascientifici o figure bibliche.

    Arredamento alla moda

    Ma ciò che davvero lascia a bocca aperta è l’arredamento interno. Sedili in pelle o velluto dalle tonalità forti, rigorosamente in tinta con le tende del veicolo, accolgono i passeggeri in un ambiente che ricorda un discopub. Microcasse acustiche posizionate a pochi centimetri sopra i posti a sedere sparano decibel da concerto mentre enormi televisori a led trasmettono video musicali o partite di calcio. Il viaggio, lungo o breve che sia, non è mai noioso. «Attrarre, intrattenere e arrivare a destinazione: questa è la nostra missione», spiega Edward Nyachanchu, proprietario della Luminos Bus Company, che vanta una quarantina di bus da 14 posti. «La concorrenza è vivace, non possiamo essere da meno degli altri, anzi dobbiamo cercare di essere migliori: più efficienti e più belli».

    I titolari dei pulmini non badano a spese per trasformare i veicoli. «Investiamo migliaia di euro per abbellire i nostri mezzi, ma sono soldi ben spesi». Certi matatu arrivano a ingaggiare dei dj, che durante il viaggio trasmettono musica dal vivo da una consolle ritagliata tra i sedili. In una metropoli vibrante e giovane come Nairobi (il 70% dei suoi abitanti ha meno di 25 anni) essere cool, alla moda, è una necessità impellente. «Ogni anno rinnoviamo i disegni della carrozzeria per sfoggiare le star del momento». Sui cofani e sulle fiancate compaiono rapper, popstar internazionali, calciatori, leader politici e così via. Le strade di Nairobi non sono mai state così colorate. Difficile dire se siano anche più sicure. Le norme che impongono la manutenzione dei mezzi ci sono, e piuttosto severe; rimangono le perplessità sul loro rispetto e sui controlli della polizia.

    Futuro incerto

    Quel che è certo è che le strade non sono mai state così rumorose e inquinate. «Per alimentare tivù, luci e impianto di amplificazione dobbiamo tenere sempre il motore acceso, anche quando siamo in sosta», spiega Collins Otieno Owino, tecnico del suono della Big Entertainment. «Altrimenti la batteria si scaricherebbe in pochi minuti». Risultato: Nairobi soffoca in una cappa di fumi velenosi e tonnellate di benzina vengono consumate a veicoli fermi. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che quasi 19.000 persone muoiano prematuramente ogni anno in Kenya per l’inquinamento atmosferico, compresi molti bambini. Ma fermare i matatu è un’impresa che pare impossibile. Solo la pandemia ci è riuscita.

    Durante i mesi di lockdown, con la chiusura delle scuole, il coprifuoco e il divieto di assembramenti, c’è stato un crollo di passeggeri. Il settore dei trasporti è andato in crisi. Le banche hanno registrato un boom di mancati rimborsi di prestiti da parte dei proprietari dei pulmini (28 miliardi di scellini, 78 milioni di euro, solo lo scorso anno). Le società di matatu inadempienti sono decuplicate. Centinaia di veicoli sono andati all’asta. Oggi le cose vanno meglio, ma il futuro appare incerto. Gli autobus moderni, ecologici e standardizzati, potrebbero conquistare spazio anche qui. «Dobbiamo salvare i matatu prima che scompaiano», esorta Brian Wanyama, fondatore del Matwana Matatu Culture, un’organizzazione non profit che mira a tutelare e documentare questi “musei su ruote” attraverso il suo blog e i social media. «Rappresentano la cultura giovanile e l’arte urbana a Nairobi», argomenta. «Fanno parte della nostra vita. Nessuno può dire di non essere mai salito a bordo di un matatu. Quando ne vedi uno capisci di essere davvero a Nairobi. E capisci di non trovarti davanti a un semplice mezzo di trasporto, ma a una vera opera d’arte, patrimonio del nostro Paese da preservare e valorizzare».

    Questo articolo è uscito sul numero 3/2022 della Rivista Africa. Per acquistare una copia, clicca qui, o visita l’e-shop.

    Condividi
    9 Ottobre 2022 0 commentI
    0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • LO SCATTO

    Kanya, venditore di strada a fianco di un matatu

    di claudia 9 Giugno 2022
    9 Giugno 2022

    Venditore di strada a fianco di un matatu, popolare mezzo di trasporto in Kenya. – Foto di Christian Bobst Anarchici e irriverenti, originali e giovanili, i matatu hanno saputo reinventarsi …

    0 FacebookTwitterPinterestEmail

Africa Rivista

Via Fabio Massimo, 19 – 20139 Milano
Tel. 02.80898696
Cell. 375.5353235
Fax 06.92933897
Email: info@africarivista.it
Abbonamenti: segreteria@africarivista.it

Per abbonarsi alla rivista

Online


Bonifico Bancario
IBAN:  IT 65 H030 3203 2100 1000 0291 446
Intestato a Internationalia s.r.l.
SWIFT/BIC: BACRIT21302


Conto Corrente Postale
CCP n° 1049863846 – Intestato a Internationalia srl, Via Conca d’Oro, 206 – 00141 Roma 

Argomenti

ISCRIVITI ORA

ULTIMI ARTICOLI

  • Rd Congo: drammatica la crisi nell’est, le testimonianze dei missionari

    26 Maggio 2025
  • L’alcol ugandese farà il giro del mondo

    26 Maggio 2025
  • Nigeria, Dangote vuole esportare polipropilene fuori dall’Africa

    26 Maggio 2025
  • Kenya, propaganda 2.0: come il potere risponde alla Gen Z

    25 Maggio 2025
  • Il libro della settimana: L’insieme delle parti 

    25 Maggio 2025
  • CHI SIAMO
  • PER ABBONARSI
  • VIAGGI DI AFRICA
  • CONTATTI
  • PUBBLICITA’ SU AFRICA
  • PRIVACY
  • INFORMATIVA

Edizione del 08/06/2025

© Rivista Africa
Editore: Internationalia srl
P.IVA 11980111006

logo internationalia srl

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.Accetto Gestione consensi Leggi tutto
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessari
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non necessari
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA