Il premier israeliano Benyamin Netanyahu si scaglia nuovamente contro gli immigrati africani. «I migranti africani sono peggiori della minaccia jihadista», ha detto martedì 20 marzo in una conferenza dedicata allo sviluppo del Sud del Paese. Il primo ministro ha quindi difeso la recinzione elettronica costruita lungo il confine con l’Egitto. «Senza questa barriera, dovremmo affrontare gravi attacchi da parte dei terroristi del Sinai e, peggio, un massiccio afflusso di migranti illegali africani», ha affermato. Secondo il ministero dell’Interno, attualmente vivono nel Paese 42mila migranti africani, principalmente dal Sudan e dall’Eritrea. La maggior parte è arrivata dopo il 2007 attraversando il Sinai egiziano (dove spesso i migranti hanno subito le violenze dei beduini). Questa non è la prima volta che Netanyahu fa osservazioni oltraggiose sui migranti africani. In passato era arrivato a dire che i migranti minacciano l’identità di Israele (che deve rimanere ebraica, mentre sudanesi ed eritrei sono musulmani e cristiani).
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