Lo Stato del Burkina Faso intende assumere il controllo di altre miniere industriali che attualmente sono di proprietà di società straniere. Lo si apprende da una dichiarazione ufficiale del primo ministro Jean Emmanuel Ouedraogo, che ha detto che “la Sopamig” ovvero (la compagnia mineraria statale burkinabè) “ha già restituito al controllo statale due miniere industriali, Boungou e Wagnon, e questo processo continuerà”.
Nel 2024 il Burkina Faso ha rivisto il suo Codice minerario, creando una nuova società mineraria di proprietà pubblica per dare priorità alle competenze nazionali e ai fornitori locali. Le riforme nel settore minerario hanno suscitato preoccupazione tra gli investitori, ma il governo del Burkina Faso sostiene che queste siano necessarie per massimizzare le entrate derivanti dalle riserve auree del Paese e ricostruire un’economia devastata dai problemi di sicurezza.
Secondo Ouedraogo, le attuali iniziative governative nel settore minerario si sono già dimostrate efficaci. Sopamig ha raccolto più di 8 tonnellate di oro nel 2024 e più di 11 tonnellate solo nel primo trimestre del 2025, principalmente dall’estrazione artigianale, e per la prima volta nella storia del Paese il governo sta creando una riserva nazionale aurea. “Dobbiamo vedere i reali benefici dell’attività mineraria in Burkina Faso, non solo le conseguenze che subisce la popolazione”, ha sottolineato il primo ministro.
Nel luglio 2024, il presidente Ibrahim Traore ha annunciato la revoca dei permessi minerari alle aziende di quei Paesi che si rifiutavano di vendergli equipaggiamento militare o ne bloccavano la fornitura e, meno di un mese dopo, il governo ha concluso un accordo per nazionalizzare due miniere d’oro, Boungou e Wagnon, accordo del valore di circa 80 milioni di dollari. L’ottobre successivo, sempre Traoré ha detto che il Burkina Faso intende revocare i permessi di estrazione dell’oro ad alcune società minerarie straniere.