Le Forze armate sudanesi (Saf) hanno annunciato la piena liberazione dello Stato di Khartoum dalla presenza delle Forze di supporto rapido (Rsf), ponendo fine a oltre due anni di controllo da parte del gruppo paramilitare nella capitale. In un comunicato, l’esercito ha dichiarato che la città è stata “ripulita dai ribelli e dai loro sostenitori”.
La notizia segna un punto di svolta nel conflitto in corso dal 2023 tra le Saf, guidate dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Rsf, comandate da Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemetti. L’esercito ha affermato che le operazioni militari proseguiranno fino alla riconquista totale delle aree ancora in mano alle Rsf, in particolare nelle regioni occidentali del Kordofan e del Darfur.
In una dichiarazione separata, ripresa dai media locali, il governo sudanese ha espresso soddisfazione per la liberazione di Khartoum, rivolgendosi anche alle popolazioni di Kordofan e Darfur: “Assicuriamo al nostro popolo che nulla ci impedirà di raggiungervi”.
Contestualmente, l’esercito ha annunciato di aver completamente ripreso il controllo dello Stato del Nilo Bianco, situato a sud della capitale. Secondo una fonte militare citata dall’agenzia Xinhua, unità Rsf si sarebbero ritirate recentemente da Omdurman occidentale e dal nord del Nilo Bianco per riorganizzarsi nella città di Bara, nello Stato del Kordofan Settentrionale, ancora sotto il controllo del gruppo paramilitare. La stessa fonte, che ha chiesto l’anonimato, ha avvertito che nelle prossime settimane potrebbero intensificarsi i combattimenti nel Kordofan settentrionale e occidentale. “Con la liberazione di Khartoum, l’esercito può ora concentrare i propri sforzi nel Sudan occidentale, specie dopo la recente conquista della città strategica di Al Khiwai”, ha dichiarato la fonte.
Secondo l’analista militare sudanese Ahmed Ismail, interpellato da Xinhua, il controllo governativo su Khartoum e sul Nilo Bianco rappresenta una nuova fase della guerra. “L’esercito potrà ora operare più in profondità nel Sudan occidentale, mentre le Rsf dovranno consolidarsi nei propri bastioni tradizionali”, ha spiegato. “Le Saf stanno capitalizzando una serie di vittorie ottenute dall’inizio del 2025, mentre le Rsf stanno subendo battute d’arresto sempre più gravi, culminate con la perdita della capitale”.
La guerra in Sudan, iniziata nell’aprile 2023, ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi vicini, aggravando la crisi umanitaria nel Corno d’Africa.