«Un rapporto motivato politicamente che deforma deliberatamente la realtà». Così l’Ambasciatrice del Ruanda a Washington, Mathilde Mukantabana, ha definito il rapporto annuale del Dipartimento di Stato statunitense sul traffico di esseri umani nel mondo, nel quale si accusano alcuni alti ufficiali ruandesi di complicità nel reclutamento, in gruppi armati, di rifugiati burundesi, compresi bambini e ragazzi, nel corso del 2015.
Già a febbraio l’Onu aveva accusato il Ruanda di fomentare le violenze nel vicino Burundi, che si dibatte in una grave crisi politica, reclutando in gruppi armati diversi rifugiati burundesi ospitati sul suo territorio.
Il governo di Kigali ha reagito alle accuse americane affermando che sta impiegando risorse importanti per accogliere e proteggere i rifugiati, ed ha altresí dichiarato di «fare seri sforzi per proteggere i propri cittadini dalla minaccia del traffico di esseri umani».
Il rapporto del Dipartimento di Stato riconosce gli sforzi effettuati dal Ruanda, ma allo stesso tempo, accusa alcuni ufficiali ruandesi di complicità nel reclutamento dei rifugiati burundesi e di traffico sessuale in un campo di rifugiati congolesi. Il rapporto afferma inoltre che le autorità di Kigali, di fronte a queste accuse, hanno condotto solo alcune «inchieste limitate».
( 05/07/2016 Fonte: Fides)
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