di Stefania Ragusa
Come la Pilar di Paulo Coelho, anche l’autrice di questa raccolta di poesie, un giorno si è seduta sulla sponda di un fiume e ha pianto. Il fiume era uno dei più noti e letterari del continente africano: il Congo. Da lì era partita anni prima, per salvarsi la vita, e non aveva più fatto ritorno. Da quel momento il simbolismo dell’acqua diviene una presenza costante nella sua scrittura. Verso dopo verso, Sarah Lubala (nella foto) costruisce una mappa poetica esistenziale e geografica. Contiene il nord e il sud del mondo, i ricordi personali e la memoria politica, la violenza e l’amore. La poesia ha permesso a questa giovane donna di rimettere insieme i fili di un’esistenza che sembrava destinata a smagliarsi, intrecciando il gesto riparativo con l’atto di accusa. Firma l’introduzione la giornalista Antonella Sinopoli, da tempo impegnata nella valorizzazione della produzione poetica delle donne africane attraverso il progetto AfroWomenPoetry.

Una storia di sparizione di Sarah Lubala, Capovolte, 2025 pp. 150. €15