di Andrea Spinelli Barrile
Da oltre un anno, in tutta Africa, è in corso una maxi-campagna di vaccinazione contro la malaria, la più grande nella storia, che interessa oltre 12 Paesi: Ghana, Kenya, Malawi, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Niger, Sierra Leone e Uganda sono i Paesi che hanno iniziato la campagna, cui si è appena aggiunto il Mali.
Le autorità sanitarie hanno somministrato a Kalaban-Coro le prime dosi del vaccino antimalarico RTS,S/AS01, destinato ai bambini di età compresa tra 0 e 36 mesi e alle donne in gravidanza. La campagna è iniziata venerdì ed è stata ripresa da tutti i giornali maliani.
Questo evento segna anche il lancio ufficiale della 18a edizione della Giornata mondiale contro la malaria e della Settimana nazionale contro la malaria, organizzate quest’anno sul tema: “La malaria si ferma con noi: reinvestiamo, reinventiamo, rilanciamo”. Secondo i dati del ministero della Salute del Mali, nel 2024 la malaria ha rappresentato il 39,4% dei casi di morbilità e il 25% dei decessi nel Paese, colpendo nel complesso più di 3,7 milioni di persone. Secondo i dati del Programma nazionale antimalaria, in Mali questa malattia resta una delle principali cause di ricovero ospedaliero per i bambini sotto i cinque anni e per le donne incinte.

Di fronte a questa emergenza sanitaria, 19 distretti nelle regioni di Kayes, Koulikoro, Sikasso, Ségou e Mopti sono stati selezionati per la prima fase della campagna di vaccinazione: entro il 2026, spiega il ministero della Salute maliano, saranno aggiunti altri 33 distretti, rendendo il Mali il 20esimo Paese al mondo a integrare ufficialmente questo vaccino raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo l’ultimo rapporto mondiale dell’Oms, nel 2023 la malaria ha causato 608.000 decessi a livello globale, il 95% dei quali in Africa subsahariana.
Alla cerimonia di lancio della campagna vaccinale, il colonnello Assa Badiallo Touré, ministro della Salute e dello sviluppo sociale del Mali, ha detto che “nonostante i nostri sforzi di prevenzione, avevamo bisogno di uno strumento aggiuntivo per rafforzare la nostra strategia” e ha reso un omaggio ai ricercatori africani, tra cui il defunto professor Ogobara Doumbo, figura emblematica nella lotta contro la malaria. Thierry Vincent, rappresentante di Gavi, l’Alleanza globale per i vaccini, ha descritto l’introduzione del vaccino in Mali come una “svolta storica”, ribadendo l’impegno continuo della sua organizzazione nel sostenere le autorità maliane in questa iniziativa. Da parte sua, il rappresentante dell’Oms ha rassicurato la popolazione sulla sicurezza del vaccino, sottolineando l’assenza di effetti collaterali gravi durante le sperimentazioni pilota.
Secondo le valutazioni ufficiali, il vaccino RTS,S/AS01, somministrato in più dosi, potrebbe ridurre del 40% le forme gravi di malaria nei bambini piccoli. Tuttavia, gli esperti sottolineano che la vaccinazione deve essere parte di un approccio più ampio, che comprenda l’uso di zanzariere trattate con insetticidi, un rapido accesso alle cure e una migliore igiene ambientale.

Da oltre un anno, in tutta Africa, è in corso una maxi-campagna di vaccinazione contro la malaria, la più grande nella storia, che interessa oltre 12 Paesi: Ghana, Kenya, Malawi, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Niger, Sierra Leone e Uganda sono i Paesi che hanno iniziato la campagna, cui si è ora aggiunto il Mali. Nei primi tre Paesi citati, oltre due milioni di bambini sono già stati vaccinati contro la malaria. Il 14 gennaio 2024 inoltre Capo Verde è stata dichiarata “libera dalla malaria” dall’Oms: erano 50 anni che un Paese dell’Africa subsahariana non otteneva questo status.
Il 2023 è stato un anno storico nella lotta dell’umanità contro la malaria: quell’anno l’Oms ha aggiunto il vaccino contro la malaria R21/Matrix-M alla sua lista di “vaccini prequalificati” (la prequalificazione implica un maggiore accesso ai vaccini). Dal 2020, l’Africa, e la scienza, hanno fatto passi da gigante nella lotta contro la malaria, che stava per finire in un fallimento conclamato appena tre anni fa e che oggi invece vede una luce in fondo al tunnel: il Ghana è stato il primo Paese al mondo ad approvare un vaccino (proprio l’R21), poi sono arrivati nel giro di poche settimane anche la Nigeria e il Burkina Faso. Poi è arrivato il turno del Camerun, che ha avviato la prima campagna vaccinale antimalarica della storia dell’umanità. Tutti questi eventi, molto poco dibattuti ma di portata storica, sono avvenuti tutti nel 2023. Il Burkina Faso, da qualche anno, sperimenta anche zanzare mutanti nella sua lotta contro la malaria.

A ottobre 2023 l’Oms aveva raccomandato l’uso del vaccino per la prevenzione della malaria nei bambini, seguendo il consiglio del suo Gruppo consultivo strategico di esperti (Sage) sull’immunizzazione e del gruppo consultivo sulla politica della malaria. In una dichiarazione del 21 dicembre 2023, l’Oms spiegò che la prequalificazione del vaccino contro la malaria, sviluppato dall’Università di Oxford e prodotto dal Serum Institute of India, espande l’accesso alla prevenzione da questa malattia attraverso la vaccinazione: il vaccino R21/Matrix-M è il secondo vaccino contro la malaria ad essere approvato, dopo il vaccino Rts,s approvato nel 2021.
Si stima che il 90% dei decessi per malaria globali avvenga in Africa e, in particolare, il 70% dei decessi per malaria avviene in 11 specifici Paesi africani: Burkina Faso, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Sudan, Uganda e Tanzania.