Tagli ai fondi globali, ma la Namibia non arretra nella lotta all’Hiv

di claudia

Il governo della Namibia continuerà a sostenere la lotta contro l’Hiv nonostante la progressiva riduzione dei finanziamenti internazionali. Lo ha dichiarato ieri la ministra della Salute e dei Servizi sociali, Esperance Luvindao, presentando al Parlamento il bilancio 2025/2026 del dicastero.

Secondo Luvindao, il Paese è vicino a raggiungere gli obiettivi 95-95-95 dell’Unaids (Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids): il 93% delle persone sieropositive è a conoscenza del proprio stato, il 95% dei diagnosticati riceve la terapia antiretrovirale e il 98% di questi ha raggiunto la soppressione virale. “Sebbene i tagli ai fondi abbiano sollevato preoccupazioni sull’accesso ai farmaci antiretrovirali, desidero chiarire che il governo della Namibia li acquista direttamente dal 2016 e continuerà a farlo”, ha affermato la ministra citata dai media locali.

Per rafforzare la sostenibilità della risposta sanitaria, il governo ha avviato due iniziative: una roadmap lanciata nel novembre 2024 e una politica di contrattualizzazione sociale introdotta nell’ottobre 2023. Entrambi gli strumenti puntano a consolidare i meccanismi di finanziamento nazionale e a promuovere la collaborazione con le organizzazioni della società civile.

Luvindao ha sottolineato l’importanza di politiche inclusive e della partecipazione comunitaria, in particolare per superare gli ostacoli che impediscono l’accesso ai servizi da parte dei gruppi più vulnerabili. Attualmente, la copertura della terapia antiretrovirale in Namibia è del 95%, con interventi in corso per decentrarne l’erogazione e ampliare l’accesso attraverso modelli differenziati di assistenza.

Con una popolazione di circa 3,1 milioni di abitanti, la Namibia è considerata un modello nella risposta all’Hiv a livello internazionale, pur operando in un contesto di risorse limitate.

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