Diverse centinaia di persone, mille secondo i media locali, si sono radunate ieri a Bamako, capitale del Mali, davanti all’ambasciata algerina per protestare contro la distruzione di un drone maliano da parte delle forze armate algerine. La manifestazione era guidata da alcuni noti rappresentanti della società civile maliana, da gruppi giovanili e da alcuni movimenti patriottici. I manifestanti hanno scandito slogan come “Rispettiamo la nostra sovranità”, “Giù le mani dall’integrità del Mali” e “L’Algeria deve chiedere scusa”. L’iniziativa ha avuto ampia copertura dai media locali.
Leggendo le scritte sui cartelli dei manifestanti si nota che questi non si limitavano a criticare l’Algeria, ma invocavano anche solidarietà tra i popoli del Sahel e altri denunciavano la provocazione diplomatica algerina. Negli interventi al microfono, diverse persone hanno chiesto “fermezza e vigilanza” ma anche “dialogo”.
Un drone da ricognizione maliano, un modello turco Akinci, è stato abbattuto nella notte tra il 31 marzo e il 1° aprile nei pressi del confine con l’Algeria, in circostanze ancora controverse. Inizialmente la giunta militare maliana ha parlato di una caduta per guasto tecnico ma successivamente ha accusato l’Algeria di averlo abbattuto. Algeri, dal canto suo, ha sempre ammesso di avere usato la contraerea contro il drone e di averlo colpito e abbattuto: secondo una dichiarazione del ministero della Difesa algerino, il drone ha attraversato lo spazio aereo algerino per circa due chilometri prima di essere neutralizzato dalle difese antiaeree a Tinzaouatine, nella wilaya di Tamanrasset. Questa versione è stata tuttavia respinta dalle autorità maliane, le quali sostengono che il drone stava svolgendo una missione di sorveglianza del territorio nazionale e che non ha mai violato lo spazio aereo algerino.
Questo incidente sta facendo alzare molto la tensione tra Algeria e Mali (e, per estensione, tra Algeria e Burkina Faso e tra Algeria e Niger) e ha portato a una serie di reazioni diplomatiche: il Mali ha richiamato il suo ambasciatore ad Algeri, una decisione sostenuta dai suoi partner della Confederazione degli Stati del Sahel (Aes). In cambio, l’Algeria ha richiamato i suoi ambasciatori a Bamako e Niamey e ha annunciato la chiusura del suo spazio aereo agli aerei civili e militari maliani. Il Mali ha risposto infine con una misura di reciprocità.
Finora non è stato annunciato ufficialmente alcun dialogo bilaterale tra Bamako e Algeri, ma le richieste di de-escalation stanno aumentando, anche dagli ambienti diplomatici africani ed europei.