Il Parlamento ugandese ha approvato un disegno di legge promosso dal governo che autorizza l’esecuzione dei processi civili nei tribunali militari.
Il disegno di legge era stato approvato dal governo a inizio anno, dopo che la Corte suprema ugandese ha stabilito che i civili non possono essere sottoposti alla Corte marziale, mettendo in discussione la competenza degli ufficiali militari non addestrati a amministrare la giustizia. Il disegno di legge, che è stato quindi convertito in legge dal Parlamento, stabilisce che i civili possono essere sottoposti alla Corte marziale se i loro presunti reati sono “a sostegno o in associazione con persone soggette alla legge militare” e stabilisce inoltre che i presidenti di Corte debbano essere qualificati in giurisprudenza.
In molti, critici verso questa nuova legge, sostengono che sia un tentativo antidemocratico, in vista delle elezioni previste per il 2026, di mettere a tacere voci critiche: il riferimento è al processo a Kizza Besigye, arrestato, sequestrato e estradato illegalmente dal Kenya alla fine dell’anno scorso e attualmente a processo proprio presso la Corte marziale di Kampala. Secondo l’opposizione e diverse organizzazioni per i diritti umani, questa legge rappresenta un pericolo per chiunque si opponga al presidente Museveni.
Alcuni membri dell’opposizione hanno abbandonato l’aula parlamentare prima che il disegno di legge venisse approvato, protestando contro quella che, a loro dire, era un’illegalità.